Vigneti, il biologico non basta: un premio alla tesi di Alice

Martedì 24 Luglio 2018 di Claudia Borsoi
Vigneti, il biologico non basta: un premio alla tesi di Alice
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VIDOR (TREVISO) - Le pratiche biologiche nella gestione dei vigneti bio non sono sufficienti a contrastare alcuni insetti dannosi presenti sulle piante, tanto che finiscono per ripopolarle velocemente veicolando di nuovo la malattia. È una delle conclusioni a cui è arrivato lo studio portato avanti dalla vidorese Alice Bottarel con la sua tesi di laurea triennale in scienze e tecnologie viticole ed enologiche dell'Università di Padova.
 
LO STUDIO E IL PREMIO
La 24enne con la tesi sperimentale dal titolo Rilievi sull'entomofauna in vigneto biologico e convenzionale nell'area del Conegliano Valdobbiadene prosecco docg ha vinto recentemente il premio Gian Maria De Bernard come miglior tesi nel settore viticolo ed enologico. Lo studio, che si inserisce in una più ampia ricerca universitaria, è stato condotto dalla 24enne la scorsa estate, tra giugno e settembre, in alcuni vigneti curati con trattamenti convenzionali e biologici inseriti in ambienti paesaggistici diversi, cioè su colline o prati con o senza siepi e boschi. «Per la gestione del vigneto è emerso che per i vigneti biologici le pratiche bio non sono sufficienti per il controllo di alcuni insetti dannosi, come lo Scaphoideus titanus, causa della flavescenza dorata (malattia infettiva della vite che porta al mancato germogliamento e caratterizzata dall'ingiallimento delle foglie della pianta, ndr) - spiega Alice Bottarel E questo è dato dal fatto che i prodotti utilizzati nel biologico sono poco persistenti nella vite e quindi gli insetti dannosi riescono a ripopolare il vigneto. Inoltre questi prodotti sono poco selettivi, perché vanno ad intaccare anche insetti utili, come gli antagonisti naturali di quelli dannosi». Lo studio ha così fatto emergere, dopo attenti campionamenti e analisi, che sarebbe utile associare alcune pratiche biologiche a pratiche convenzionali. Stando alle ultime indicazioni dei Consorzi e dei Regolamenti di polizia rurale, oggi si punta a un vigneto convenzionale integrato, dove non si usi solo prodotti chimici, ma anche feromoni, cioè sostante biochimiche emanate da tutti gli organismi viventi usate per contrastare la presenza di certi insetti.
IL CONTESTO
Quanto al focus sul fattore paesaggistico, è emerso dai rilievi che «in vigneti inseriti in contesti più complessi, cioè con una più alta percentuale di siepi e boschi, sono stati osservati più insetti antagonisti evidenzia Bottarel -. E questo per me è un risultato molto importante per la sostenibilità dell'area, tanto che meriterebbe ulteriori studi». Alice, che ha già trovato un impiego come analista di laboratorio alla Ceviv di Colbertaldo di Vidor, ora spera che il Consorzio del Conegliano Valdobbiadene prosecco docg tenga in considerazione il suo studio: «Non è sperimentazione sottolinea la giovane enologa, bensì ricerca».
Claudia Borsoi 
Ultimo aggiornamento: 25 Luglio, 11:28 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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