MONTEBELLUNA - Un tifo compatto per Alham. Che non è neppure la prima marocchina a partecipare, e piazzarsi, nelle selezioni regionali di Miss Italia. All'indomani del caso di Alham el Brinis, la ventenne di Montebelluna che competerà alle pre-finali di Miss Italia a Jesolo ed è salita alla ribalta per le frizioni che ha provocato tra i musulmani, la comunità magrebina di Treviso si schiera dalla parte della ragazza senza se e senza ma.
«Le passerelle sono una cosa ovvia per il Marocco -spiega il portavoce degli immigrati della Marca, Abdallah Khezraji - ogni città ha il suo, il più famoso forse è Hablamnlook.
«Lo so -prosegue Khezraji- io stesso sono stato vittima di aggressioni verbali. Per noi musulmani moderati la sfida è indicare ai nostri figli la via corretta, che è quella della libertà di espressione». La comunità magrebina della Marca in effetti rappresenta un caleidoscopio di esperienze. «Nella Marca -dice Khezraji- vediamo imam con la barba e le loro figlie vestite all'occidentale. La mia, ad esempio, ha un gruppo pop, ha 17 anni e ben rappresenta le inquietudini degli adolescenti attuali. Se volesse fare un concorso, la sosterrei». Khezraji è da oltre un ventennio arbitro di questo processo di integrazione e sottolinea con orgoglio che «in Italia la bellezza marocchina ha molto successo. Non mi stupisce il successo di Ahlam».
Poi, certo, c'è concorso e concorso. «In Marocco le ragazze sfilano in genere con abiti più discreti. Possono vestire all'occidentale o in maniera tradizionale. In ogni caso però è vietato il costume». Ma aldilà delle consuetudini in passerella, deve rimanere -secondo il capo della comunità magrebina- fermo un principio. «Il rispetto delle nostre tradizioni è importante ma in Italia vigono le leggi italiane. E chi si permette minacce di questo tipo deve essere fermato con pene severe».
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