Alessandro Benetton si racconta nel libro autobiografico La traiettoria.
Jeans, maniche di camicia arrotolate, sorriso. Come sempre lo sguardo va dritto in camera, per la videoripresa di Un caffè con Alessandro. Ma questa volta Benetton non è da solo: con sé ha anche un libro, con la sua faccia in copertina e la sua vita in 396 pagine.
Così ieri Alessandro Benetton ha annunciato che il 10 maggio uscirà, per Mondadori, la sua autobiografia: La traiettoria. Un concetto che l'imprenditore ha sempre amato, fin da quando frequentava la Formula Uno e incontrò Ayrton Senna, ammirandone l'approccio equilibrato alla vita: «Sforzarsi di vedere la traiettoria lunga, quella che si è immaginato e descritto in partenza, anche di fronte al contesto che cambia, cercando appigli nella Storia, quella con la S maiuscola».
La famiglia Benetton
Nella storia industriale del Nordest proiettato nel mondo, la dynasty di Ponzano Veneto rappresenta un capitolo imprescindibile.
I segreti di Alessandro Benetton
Nell'anticipazione via social, il 58enne ha svelato due criticità: «Ci sono delle cose di cui non ho mai parlato, neanche in questi video in cui cerco di essere il più aperto possibile. Ad esempio nessuno di voi sa che sono stato bocciato al liceo. E vi ho raccontato molto poco del rapporto con i miei genitori che, come succede a tanti, non è sempre stato semplice». Cinque anni di scrittura sono serviti ad elaborare quelle verità. L'anno perso al Collegio Pio X di Treviso: «Una cosa che tempo fa mi faceva vergognare, ma che oggi so essere stata fondamentale per trovare il mio percorso, la mia traiettoria». Le relazioni con mamma Maria Teresa e soprattutto con «il signor Luciano», come chiama nel volume suo papà: «Mio padre è un gigante dell'imprenditoria e questo mi ha permesso di avere tante opportunità, sia sullo studio che sul lavoro. Ma l'ombra che proietta un gigante è molto ampia e per uscire dai suoi confini bisogna camminare parecchio. E nessuno, attorno a me, si aspettava che io lo facessi». Alessandro infatti ha voluto fondare e guidare a lungo la sua 21 Invest, prima di affiancarle solo recentemente la presidenza di Edizione, la holding di famiglia. «Ecco, forse se oggi riesco a parlarvene così liberamente ha confidato ai suoi spettatori è proprio grazie a questo libro, perché scriverlo mi ha permesso di ricordarmi che cosa provavo allora, quando cercavo ancora la mia strada. E allo stesso tempo mi ha permesso di guardare al passato con una prospettiva nuova, quella di imprenditore e di padre».
Perché scrivere un libro?
In passato Benetton aveva sempre rifiutato le proposte editoriali: «Non riuscivo a trovare una risposta convincente alla domanda più importante: perché? Di libri ce ne sono già tanti, cosa potevo dire di diverso e di utile? Poi, intorno al mio cinquantesimo compleanno, qualcosa è cambiato. E di risposte ne ho trovate due». Condividere la sua esperienza e fissare dei punti fermi, tenendo a mente la lezione di Isabel Allende: «La scrittura è un disperato tentativo di preservare la memoria, che mi consente di non perdere pezzi durante il cammino. Questo è quello che troverete qui dentro: fallimenti e successi, sofferenze e gioie, sconfitte e vittorie. Tutte le esperienze e le persone che mi hanno insegnato qualche cosa e che spero possano insegnare qualche cosa anche a voi».
Profilo Abbonamenti Interessi e notifiche Newsletter Utilità Contattaci
Logout