Alcoltest illegale, la sentenza dei giudici assolve la mamma ubriaca al volante

Domenica 7 Febbraio 2021 di Giuliano Pavan
Ubriaca al volante con le figliolette, provoca un incidente: in ospedale prelievo del sangue e tasso alcolemico, ma era "illegale"
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TREVISO - Si era messa al volante dopo aver bevuto, e in auto aveva anche le due figlie di 5 e 9 anni.

Lungo la Noalese ha invaso la corsia opposta di marcia finendo per scontrarsi frontalmente con un'altra vettura e venendo poi tamponata. In seguito a quell'incidente è stata condannata, la patente le è stata revocata e la vettura confiscata. Ma in appello, difesa dall'avvocato Daniele Panico, una 36enne trevigiana è stata assolta con formula piena perché il fatto non sussiste. Il motivo? L'esame del sangue, a cui era stata sottoposta per accertare la guida in stato d'ebbrezza, era stato effettuato senza il suo consenso. In altre parole, un accertamento illegale e non utilizzabile dunque come prova. 


L'incidente

Il sinistro risale al 30 luglio del 2016. Erano da poco passate le 21 quando la donna, che si stava andando a casa assieme alle due figlie di 5 e 9 anni, stava percorrendo la Noalese quando la sua auto ha sbandato improvvisamente sulla sinistra andando a schiantarsi contro una vettura che procedeva in senso contrario. Un impatto violento, anche se la velocità dei due mezzi non era elevata, che ha spinto l'auto della donna all'indietro, finendo per essere tamponata da una terza vettura. Sul posto, per i rilievi di legge, sono arrivate le forze dell'ordine oltre ai sanitari del Suem 118. La donna era rimasta ferita in maniera seria ma non grave, così come le sue due bambine e i tre occupanti delle altre vetture. Un bilancio di sei feriti che sono stati trasportati in ospedale per le cure del caso. Ad avere la peggio era stata proprio la 36enne: i medici avevano stabilito una prognosi di 30 giorni. 


Prelievo del sangue

Una volta in ospedale le forze dell'ordine avevano chiesto ai sanitari di accertare, tramite un prelievo di sangue, il tasso alcolemico della donna. Il risultato fu impietoso: la 36enne era risultata positiva con una valore di 1,72 g/l. Immediata è scattata dunque la denuncia penale per guida in stato d'ebbrezza con l'aggravante di aver provocato un incidente, a cui si erano sommate la revoca della patente e la confisca dell'auto. Guarita dalle ferite riportate nel sinistro, la 36enne si era poi vista notificare un decreto penale di condanna, alla quale ha fatto opposizione venendo condannata a 4 mesi di arresto e mille euro di ammenda. Il giudice infatti, nonostante le istanze della difesa sulla non utilizzabilità dell'accertamento eseguito in ospedale senza il suo consenso, aveva giudicato infondata l'eccezione ritenendo che «gli accertamenti richiesti dalla polizia giudiziaria e acquisiti anche tramite prelievo venoso su soggetto sottoposto a cure mediche presso una struttura sanitaria a seguito di incidente stradale siano pienamente utilizzabili anche se non vi sia stato un preventivo consenso esplicito dell'interessato».


Alcoltest illegale

L'avvocato Panico, di concerto con la sua assistita, è sempre rimasto convinto che quel prelievo fosse stato effettuato fuori dalle norme previste dalla legge. E quindi di fatto inutilzzabile a processo. Così ha presentato un corposo ricorso in appello per far valere la propria istanza. Scelta che ha portato al risultato sperato. I giudici veneziani infatti, ribaltando completamente la sentenza di primo grado, hanno dato ragione alla 36enne, assolvendola con formula piena. Le motivazioni saranno rese note fra 60 giorni, ma il succo della questione sta tutto nella prova della guida in stato d'ebbrezza, e dunque sull'ammissibilità o meno di quel prelievo del sangue fatto senza il consenso della diretta interessata. Con la sentenza decade anche la revoca della patente e la confisca dell'auto, anche se la vettura, nel frattempo, ha già preso la via della rottamazione.

Ultimo aggiornamento: 18:30 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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