Pirata della strada 36enne alterato dalla cocaina. I famigliari: «Pensavamo avesse smesso di drogarsi»

Martedì 21 Giugno 2022 di Maria Elena Pattaro
Alberto Crozzolin pirata dello strada 36enne di Preganziol che ha investito e ucciso un giovane del Mali
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RONCADE - «Per noi è stata una doccia fredda, anzi gelida. Siamo sconvolti. Chi vorrebbe che il proprio figlio fosse coinvolto in una cosa così terribile?». Per i genitori di Alberto Crozzolin l'incidente di domenica pomeriggio, 19 giugno, è una tragedia che toglie il fiato. Ancora non riescono a credere che il figlio 36enne, alterato dalla cocaina (come rilevato dalle analisi effettuate dopo lo schianto), abbia investito e ucciso un ragazzo del Mali sulla pista ciclabile, là dove l'auto non avrebbe dovuto entrare. E non si sia fermato a prestare soccorso alla vittima ma anzi abbia cercato di scappare. Nella villetta di via Musestre, dove Crozzolin vive con i genitori e la sorella, ieri mattina regnava lo sgomento. Riuniti in giardino, con le sedie a semicerchio ci sono mamma Ornella, la sorella Alessia, gli zii e la nonna. «Sì, ha avuto problemi di droga: è stato in tre comunità ma sembrava esserne uscito.

Si era anche trovato un lavoro in fabbrica - raccontano i parenti -. Nell'ultima settimana era un po' più chiuso del solito ma niente che ci avesse allarmati. Chi poteva immaginare...».


LO CHOC
Qui le parole si interrompono e il pensiero di tutti corre a domenica pomeriggio, nel tentativo di ricostruire le ultime ore prima dell'incidente. «Poco prima di mezzogiorno lo abbiamo visto partire in macchina. Non ci ha detto dove sarebbe andato - racconta la sorella - Poi non lo abbiamo più sentito». «E nessuno ci ha avvisato di quello che era successo a Mestre - aggiunge arrabbiata la madre -. Lo abbiamo saputo stamattina (ieri, 20 giugno, ndr) dai giornali». La sera il 36enne non è tornato a casa, ma nessuno ha dato troppo peso a quell'assenza: «Capita che a volte si fermi a dormire dagli zii. E poi vada direttamente al lavoro». Invece era in carcere, arrestato per omicidio stradale. La Procura, nelle prossime ore, durante la convalida potrebbe richiedere la custodia cautelare in carcere. E anche il sindaco di Roncade, Pieranna Zottarelli, sottolinea: «È un fatto gravissimo. Non conosco personalmente il 36enne, ma posso dire che in questo momento la cosa più importante è che sia messo in condizioni di non nuocere a nessuno».


LA RICADUTA
«Non è un delinquente» ripetono i famigliari, che speravano che la droga fosse un capitolo chiuso ora che il giovane aveva trovato un lavoro fisso alla Sovet di Biancade, azienda che produce arredamento. Invece evidentemente non era così: il 36enne è risultato positivo alla cocaina. Che fosse fosse l'effetto di cocaina se ne sono accorti subito i primi residenti intervenuti. L'ipotesi è che abbia assunto la droga acquistata poco prima non lontano dal luogo dell'incidente. «Non sappiamo nulla, siamo in attesa di comunicazioni dalle forze dell'ordine» le parole angosciate dei parenti.


IL LAVORO
Alberto Crozzolin lavora da 4-5 anni alla Sovet di Biancade, come operaio. Anche nell'azienda la notizia si è abbattuta come un fulmine a ciel sereno: «Suo padre mi ha avvisato che non sarebbe venuto al lavoro stamattina - dice il titolare -. Ma non sapevo nulla. Dalle visite mediche che facciamo periodicamente lui è sempre risultato idoneo al lavoro. Sono sconvolto». Il 36enne in passato ha militato in diverse squadre di calcio: Terza, Seconda, Prima categoria indossando le maglie del Ciprianocatron, Altino e Sant'Elena. L'ultimo campionato è stato quello del 2015-2016. «Era bravo a calcio, tanto che era stato indeciso se farlo diventare il suo mestiere, poi invece ha deciso diversamente e ha mollato».

Ultimo aggiornamento: 10:45 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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