Albanese evade e si fa beffe dell'Italia su Facebook: torna e lo arrestano

Venerdì 21 Settembre 2018 di Nicola Cendron
Albano Dova mentre pasteggia sereno in Albania dopo l'evasione
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PREGANZIOL - Per alcuni mesi, all'inizio dell'anno, si era fatto beffe del sistema giudiziario italiano e delle forze dell'ordine: dai domiciliari, con il braccialetto elettronico, a gennaio era riuscito a fuggire, salire su un aereo per l'Albania e a rendersi irreperibile. Una latitanza rivendicata, in barba all'Italia, con un selfie postato sul suo profilo Facebook finito anche sulle pagine di cronaca a livello nazionale. «A quest'ora domani sarò in Albania». Così aveva scritto a corredo della foto. Albano Dova, 24 anni, albanese, pensava di averla definitivamente fatta franca: non poteva immaginare che l'ennesima scorribanda, un ritorno in Italia, gli sarebbe costata nuovamente le manette e il carcere. LE ACCUSE Lo straniero, pregiudicato, viveva a Preganziol durante il suo soggiorno in Italia. A suo carico c'erano due ordini di custodia cautelare, entrambi emessi nel mese di febbraio dal gip del tribunale di Treviso: uno per evasione dai domiciliati e un secondo per maltrattamenti in famiglia.
 
L'uomo, mentre si trovava agli arresti domiciliari, riuscì a pianificare la fuga per ritornare nel paese delle aquile: il 31 gennaio si liberò del braccialetto elettronico e si rese irreperibile.
Ben presto i carabinieri di Mogliano, non trovandolo presso il suo domicilio (quando lo straniero si liberò del braccialetto scattò immediatamente l'allarme), si resero conto che il 24enne era volato in Albania, per sfuggire alla giustizia italiana. LA SFIDA Pensava di averla fatta franca, tanto da sfidare le forze dell'ordine e tornare, come se nulla fosse, nel nostro Paese. E invece, mercoledì pomeriggio, poco dopo le 17, Dova è stato identificato dagli agenti della polizia aeroportuale del Marco Polo di Venezia mentre era in transito durante un volo proveniente dall'Albania. I poliziotti hanno preso in custodia il malvivente e lo hanno consegnato ai carabinieri di Mogliano. I militari, dopo avergli notificato i provvedimenti, lo hanno accompagnato nel carcere di Santa Bona a Treviso dove ora si trova rinchiuso e dovrà scontare il periodo residuo della sua pena. Visti i precedenti è arduo che possa terminare di saldare il conto con la giustizia con luoghi di detenzione alternativi al carcere. Quando viveva a Preganziol, il 24enne, dall'indole violenta, si era in più occasioni messo nei guai, diventando ben noto alle forze dell'ordine. Negli ultimi due anni aveva collezionato varie denunce per lesioni volontarie gravissime, per il brutale pestaggio ai danni Massimiliano Biasotto (ridotto in fin di vita, nel novembre del 2016 fuori da un bar di Preganziol), e maltrattamenti in famiglia di cui era stata vittima la sua compagna ucraina. Nicola Cendron
Ultimo aggiornamento: 14:18 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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