Aeroporto bloccato, attività in ginocchio: chiudono bar, pizzerie e b&b

Venerdì 7 Agosto 2020
Aeroporto chiuso: gravid anni per le attività
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TREVISO «Riportate qualche volo a Treviso il prima possibile, altrimenti qui rischiamo di chiudere tutti». C'è un pezzo di città che ha perso il proprio punto di riferimento. E che soffre come mai prima d'ora. La chiusura dell'aeroporto rischia di falcidiare le attività lungo l'asse della Noalese, tra il quartiere di San Giuseppe e il centro di Quinto. I bar, i ristoranti e le pizzerie, ma anche i B&B, gli affittacamere e gli agriturismi sono in trincea. Il Canova non ha più riaperto i battenti dopo il lockdown. I voli riattivati sono stati dirottati a Venezia, che oggi ha posti liberi in abbondanza. Potrebbero tornare a Treviso solo nel marzo del 2021. Vorrebbe dire un intero anno di stop. Un'eternità, che si tradurrebbe in 3,2 milioni di persone in transito in meno in questa fetta di Treviso.

IL QUADRO
Molte attività hanno già tirato giù la serranda. A cominciare dal Bar Aeroporto, proprio davanti al terminal, che era gestito da cinesi. È chiuso anche il bar Drive In. E un cartello sulle vetrine della pizzeria dall'altra parte della strada rispetto all'ex Marazzato dice che il locale è in vendita. Chi resiste, sta dando fondo a tutte le proprie risorse. È il caso del bar ristorante The new Carpe Diem di via Le Canevare, con i suoi sei dipendenti. «Con l'aeroporto chiuso il lavoro è calato di oltre il 60%. La diminuzione è spaventosa. Questo è una zona aeroportuale, non ci sono tanti altri punti di vista. E i parcheggi deserti parlano da soli - spiega il titolare, Lorenzo Gallo - oggi sentiamo tante voci sul futuro del Canova. Non si sa se riaprirà in ottobre oppure se si andrà fino a marzo. Capiamo la necessità di sfruttare al meglio l'aeroporto di Venezia. Per noi, però, una distribuzione dei carichi sarebbe fondamentale. Se il Canova riaprisse operando almeno qualche volo potrebbe consentire a molti di noi di riprendere un po' l'attività lavorativa. Senza il turismo qui siamo sottoterra». 

LA SPERANZA
Il The new Carpe Diem è stato anche costretto a rivedere gli orari: con il Canova aperto si arrivava fino a mezzanotte, adesso ci si ferma alle 20. A pochi metri c'è il Flybar. Il locale che sorge proprio davanti al terminal ha cambiato gestione giusto un mese fa. Nel periodo più difficile. «Avevamo già avviato le trattative prima del lockdown. Poi è esplosa la pandemia. Una volta terminato il blocco, abbiamo subito alzato la serranda. È dura, ma avevamo preso delle decisioni e proviamo a portarle avanti - spiega Maila Marigo, figlia della titolare - nessuno poteva mettere in conto quello che è successo. Né la chiusura dell'aeroporto per così tanto tempo. Adesso la situazione è molto difficile. Se si cominciasse a vedere almeno qualche aereo, sarebbe già qualcosa».
Anche il B&B collegato all'agriturismo da Ninoti sta pagando lo scotto dello stop dell'aeroporto. E qui si era sentita anche l'onda lunga dell'acqua alta dello scorso novembre a Venezia, che aveva già ridotto le presenze dei turisti. «L'attività è praticamente azzerata. Abbiamo avuto un cliente in tutta la settimana allarga le braccia Angela l'aeroporto portava un certo movimento. Si lavorava in particolare con Booking. Adesso si è come sospesi». Nel quartiere di San Giuseppe non si sta meglio. Il bar Petits, gestito da cinesi, sta lottando per riuscire a rimanere aperto. «La situazione è brutta. Prima della chiusura dell'aeroporto c'erano clienti. Adesso è il deserto - racconta Elena Xu - Vedremo come andranno le cose tra settembre e ottobre: se non riuscirò più a pagare l'affitto sarò costretta a chiudere». Lo stop del Canova si fa sentire anche nel Bar #21, che però offre una serie di servizi diversi. «In questo periodo il fatto di proporre cose diverse rende le cose un po' più agevoli tira le fila Andrea Pasetto certo, con l'aeroporto aperto c'era più movimento. Adesso questa parte non c'è più». 
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