L'aeroporto Canova prigioniero della crisi di governo: stallo sul masterplan

Sabato 6 Febbraio 2021 di Paolo Calia
Il masterplan da 54 milioni di euro dell'aeroporto di Treviso rischia uno stallo per la crisi di governo
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Il traguardo era a un passo ma la crisi di governo ha mandato tutto all’aria. Si allungano i tempi per il via libera al masterplan dell’aeroporto Canova, il progetto di riqualificazione da 54 milioni di euro che Save ha ormai pronto da anni ma che non riesce a uscire da Roma, bloccato al ministero dell’Ambiente. La vicenda si sta trasformando in una storia infinita. Prima il lungo esame alla commissione Via nazionale concluso con una promozione condizionata però da alcune prescrizioni, come la parziale suddivisione di decolli in direzione Treviso e Quinto per non caricare i disagi su un solo comune; poi la bocciatura da parte del ministro Sergio Costa sfociata in un ritorno alla Via per un secondo esame, anche questo durato mesi. Quindi il nuovo via libera dei tecnici, accolto con un sospiro di sollievo a Ca’ Sugana, ma seguito da un altro stop: il masterplan è rimasto settimane sopra la scrivania del ministro in attesa della tanto sospirata firma. Sembrava però tutto risolto, i dubbi svaniti. Il ministro, in un colloquio telefonico col sindaco Mario Conte, aveva anche assicurato che ormai era tutto a posto, che aveva solo voluto approfondire un paio di dettagli tecnici ricevendo le assicurazioni che cercava. A Natale la firma sembrava questione di ore. Poi il governo ha iniziato a traballare e il masterplan del Canova è stato fagocitato da crisi e consultazione varie. E nessuno lo ha firmato.
L’ASSICURAZIONE
Costa però non si è dimenticato di Treviso. Una delle ultime cose fatte prima di lasciare il ministero, è stato di inserire tra le consegne da lasciare al suo successore (sempre che il presidente del consiglio incaricato Mario Draghi non decida di riconfermarlo) l’indicazione di firmare il via libera al masterplan per il Canova in quanto tutto l’iter di verifica è stato approfondito e ultimato. Poi ha avvisato il sindaco, rassicurandolo che i tempi per concludere definitivamente questa vicenda non saranno biblici. A Ca’ Sugana ora attendono e Conte annuncia: «Appena si saprà chi si sarà il prossimo ministro dell’Ambiente, lo contatterò. Lo farò il giorno dopo la sua nomina. Non dobbiamo più perdere altro tempo». Nonostante la buona parola di Costa, il prossimo ministro potrebbe infatti prendersi tempo per leggere gli incartamenti. Cosa che Conte vorrebbe evitare, da qui l’annuncio del pressing per la firma. «Quei 54 milioni che Save andrà a investire - ricorda - serviranno non ad ampliare l’aeroporto, ma a migliorarne le strutture, a potenziare gli interventi di mitigazione ambientale e la viabilità esterna. Tutte operazioni estremamente necessarie». Intanto mesi e settimane passano e ormai non si riuscirà più a fare quello che Comune e Save avrebbero voluto: lavorare mentre lo scalo è chiuso per via del Covid. Con l’annunciata riapertura di primavera, tra fine marzo e aprile salvo recrudescenze della pandemia, non ci sarà più modo di fare nulla. I lavori inizieranno quando i voli saranno già ripresi.
LA BASE
Il sindaco però ci tiene a precisare un punto: «Il nostro aeroporto è sempre più appetibile e i ritardi del masterplan non avranno conseguenze su scelte fondamentali, come quella fatta da Ryanair di trasformarlo in una propria base.

Ma tutta questa vicenda, purtroppo, è una delle conseguenze provocate dalle scelte fatte dal precedente governo che non ha mai dato risposte alle richieste di sviluppo partite dai territori. Purtroppo la burocrazie e gli interessi di alcune forze politiche hanno frenato tante iniziative. E adesso ne paghiamo le conseguenze».

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