Panatta fra storia e avviamento dei giovani: «Campioni troppo isolati»

Venerdì 21 Febbraio 2020 di Giancarlo Noviello
Panatta fra storia e avviamento dei giovani: «Campioni troppo isolati»
Adriano Panatta ha suscitato passioni sfrenate, regalando all'Italia tanti successi tant'è che il suo genio tennistico desta tuttora ammirazione anche all'estero. Il tennista "trevigiano" d'adozione (vive da anni nella Marca con la sua compagna, l'avvocato Anna Bonamigo) che il 9 luglio compirà 70 anni, ieri ha partecipato ad una tavola rotonda organizzata dalla El.MO spa di Reschigliano di Campodarsego, nell'ambito di un progetto di crescita aziendale denominato Amente 2020.

Una carriera memorabile, grazie alla splendida mano e ai tuffi su palle impossibili, il suo instancabile lavoro da fondocampo, il dritto in top spin, il rovescio a due mani.

Come nasce il suo trasferimento in Veneto?
«Vivo a Treviso da qualche anno e pochi mesi fa ho acquistato all'asta un club storico l'ex tennis Zambon di Treviso. Sto portando avanti tutti gli adempimenti burocratici per la ristrutturazione e per rilanciarlo. Si tratta di un'area molto vasta, dove ci staranno otto campi da tennis e sette di paddle, una palestra e l'area fitness. Lo consideriamo un progetto molto ambizioso, perché diventerà un centro propedeutico per l'avviamento al tennis. I lavori, se non ci saranno intoppi, si concluderanno spero entro marzo del 2021».

Uno sguardo al tennis italiano dei giorni nostri che sta vivendo una magnifica stagione, scandita in particolare da Fabio Fognini e Matteo Berrettini.
«Fabio ha una mano eccelsa e su come gioca a tennis tanto di cappello. Gli è sempre mancato un po' di servizio ed anche la giusta tenuta mentale, due cose collegate: quando sei in difficoltà è più facile rialzarti se hai un servizio potente. É un giocatore che dispone di grandi potenzialità, ma che a causa del suo difficile carattere non è ancora riuscito a consolidare una posizione di classifica importante nel ranking mondiale. Quanto a Berrettini, da un anno a questa parte è diventato un giocatore molto forte ed ha tante doti. Dobbiamo solo dargli tempo».

Quali sono stati dal suo punto di vista i tennisti di maggiore successo?
«Il ciclo dei grandi successi aperto con Errani, Pennetta e Vinci è stato un capitolo straordinario per il movimento tennistico italiano, indipendentemente dal fatto che il vivaio non ha mai prodotto grandi talenti, nonostante atlete di livello mondiale come Silvia Farina, Sandra Cecchini e Raffaella Reggi. Tra i maschi non possiamo prescindere dai nomi di Paolo Canè, Omar Camporese, Renzo Furlan, Cristiano Caratti e Andrea Gaudenzi, tutti atleti che hanno giocato tra i primi venti al mondo».

E il Panatta scrittore?
«Il Tennis è musica, da poco in libreria e che ha vinto qui a Padova il Premio Memo Geremia, segue i successi di Il Tennis l'ha inventato il diavolo e Più dritti che rovesci. Ho scavato nei ricordi di tanti protagonisti del settore maschile e femminile, è stato un bel viaggiare nella storia del tennis».
 
Ultimo aggiornamento: 13:30 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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