Treviso. Lavinia Colonna Preti non si ricandida: «Torno a fare l'imprenditrice. La politica? E' solo un arrivederci»

Sabato 25 Marzo 2023 di Elena Filini
Lavinia Colonna Preti non si ricandida a Treviso

TREVISO - I rumors si rincorrevano da settimane. Per la prima volta Lavinia Colonna Preti, assessore alla cultura e al turismo, conferma e spiega la scelta di non ricandidarsi alle prossime elezioni. «Decisione sofferta» dice, ma da dove nasce la decisione di non ricandidarsi. «All’inizio della mia esperienza ho “delegato” il mio impegno nel privato per ricoprire al meglio quello pubblico. Ma da qualche tempo ho ripreso la mia attività come imprenditore digitale in ambito cultura e turismo e, vista la grande crescita dopo il Covid, la mia società e le persone che ne fanno parte hanno ora bisogno di me. Una scelta comunque “sofferta”. Resta il mio totale appoggio a Mario Conte che ho visto crescere come uomo oltre che come amministratore e politico».

Che valutazione dà di questi 5 anni di lavoro?
«È stata un’avventura umana e lavorativa incredibile. Ricoprire un ruolo apicale in un’amministrazione pubblica ti fa capire come funzionano le logiche economiche, decisionali, e di potere, dinamiche che ogni cittadino dovrebbe comprendere. Leggo ogni giorno commenti sui social network di persone che non sanno come funziona la res publica. Spero ci siano sempre più progetti che avvicinino le persone, soprattutto i ragazzi, alle istituzioni».

Quale Treviso ha scoperto?
«Da cittadina, prima non avevo la benché minima idea dell’enorme quantità di associazioni e persone che si mettono a disposizione della città. Treviso ha un bacino straordinario di volontari, enti benefici, o semplicemente singoli che vogliono fare del bene. A loro dobbiamo tanto, ed è prima responsabilità di un Comune favorire il loro impegno in ogni modo».

Ripercorrendo i progetti: quale le ha dato maggiore soddisfazione e quale forse l’ha un po’ delusa?
«Sono stata, innanzitutto, soddisfatta di aver alzato il livello qualitativo elevando il percepito del nostro territorio. Inoltre, mi ha dato soddisfazione aver completato, nonostante il Covid, una programmazione quadriennale di alto profilo, seguita al completamento del Museo Bailo e al riallestimento, ancora in corso, di Santa Caterina. In particolare, grazie all’arrivo del dirigente Fabrizio Malachin, oggi i Musei Civici sono una squadra sempre più forte in grado di organizzare mostre autoprodotte. Poi vorrei citare la gestione “manageriale” attraverso la quale abbiamo saputo dialogare con il privato e creare così nuove rassegne come, per esempio, Cine d’Epoca, l’Autunno Musicale, i festival di teatro Mythos e Gioiosa et Amorosa. O anche alle rassegne, tanto apprezzate, come il Natale, con la Loggia, e l’Estate Incantata. Mi delude il campanilismo e la mancanza di visione di cui spesso soffrono i nostri territori, con la nostra Amministrazione abbiamo sempre cercato di fare il contrario, è solo così che si cresce, facendo squadra».

Guardando alla Giunta: con quali assessori è riuscita a stabilire le collaborazioni più proficue?
«Abbiamo lavorato tutti molto bene assieme. Da un punto di vista umano, stimo molto Andrea De Checchi, Alessandro Manera e Gloria Tessarolo, persone con grandi doti progettuali e manageriali. Ma allargo la “squadra” anche ai consiglieri che hanno sostenuto la cultura, come, tra la maggioranza, Vittorio Zanini, che manca tantissimo alla città, e Antonio Dotto, o di opposizione, Michela Nieri e Nicolò Rocco, a cui faccio i miei più sinceri auguri per il futuro».

Secondo lei ora quale lavoro è necessario venga portato avanti dal nuovo assessore?
«Le grosse partite dei prossimi 5 anni, già avviate da questa amministrazione, sono sicuramente il recupero di Ca’ da Noal, unito al rilancio di Casa Robegan come polo del contemporaneo e delle arti applicate, e rendere ancora più forte il programma lirico e musicale del Teatro Comunale, trovare maggiori spazi e risorse per i nostri Festival e associazioni culturali, continuare la sinergia promozionale turistica con i suoi protagonisti, come Save o la Regione».

Considera la sua esperienza amministrativa esaurita o in futuro potrebbe riconsiderare l’idea?
«Questa esperienza si interrompe per necessità, non per reale desiderio, in quanto il “servizio” civico è oggi parte del mio dna. Mi piacerebbe poter trovare un nuovo ruolo istituzionale o associativo, senza però che esso entri in conflitto con la mia attività imprenditoriale che ora è la priorità».

Cosa si sente di dire alle associazioni culturali con le quali ha lavorato in questi 5 anni?
«Di ringraziarle, e tanto. Ricoprono un ruolo davvero fondamentale per Treviso ed il mondo della cultura. A loro chiedo di perseverare, di continuare a “spronare” Comuni e Governo affinché la voce della cultura si levi sempre più in alto».
 

Ultimo aggiornamento: 26 Marzo, 08:04 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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