Mancano 250 milioni dello Stato: la Zona logistica semplificata (Zls) non può partire

Domenica 27 Novembre 2022 di Elisio Trevisan
L'interporto di Rovigo all'interno della Zona logistica semplificata

Mancano 250 milioni per far partire la Zls di Venezia e Rovigo.

Senza quei soldi non ci saranno investimenti per 2,4 miliardi, non ci saranno nuove fabbriche, non ci saranno 26mila nuovi posti di lavoro e altri 177mila di indotto nel resto del Veneto. E quei soldi dallo Stato non arrivano. «Nella Finanziaria non ce ne sono neanche per le Zes del Sud, mi auguro che questa stortura venga corretta - dice amareggiato il presidente di Confindustria Venezia Rovigo, Vincenzo Marinese - il Paese non può non puntare sulle Zes e Zls, sarebbe un errore gravissimo. Per quanto riguarda il nostro territorio i piani industriali fatti, e anche il Piano strategico della Regione, hanno dimostrato che ci sarebbe un ritorno economico produttivo e lavorativo fondamentale per la nostra economia». 

L’IDEA
Era stato Marinese a gennaio del 2019, durante l’assemblea generale della Confindustria, a lanciare l’idea di istituire una Zes, Zona economica speciale, anche nel Nord nonostante la legge del 2017 le prevedesse solo come aiuto allo sviluppo del Sud; e per sostenere la proposta aveva presentato uno studio approfondito di EY (Ernst & Young). Da allora partì un percorso, al quale si aggregarono la Regione, le altre istituzioni locali e le categorie economiche e sociali, che ha portato il 6 ottobre, dopo quasi quattro anni, alla firma di un decreto del presidente del Consiglio dei ministri, su proposta della ministra per il Sud Mara Carfagna, che ha istituito la Zls, Zona logistica semplificata, differente dalle Zes, ma nella sostanza, con le stesse potenzialità. La Zls di Venezia Rovigo coinvolge un’area di 4.681 ettari, tra aree portuali, retroportuali e aree di sviluppo industriale, che si trovano a Venezia e Rovigo e in 17 Comuni polesani con il baricentro nel porto di Venezia e Chioggia: l’obiettivo è di attrarre investimenti, in particolar modo nell’ambito di settori come la logistica, i trasporti e le attività produttive, attraverso una drastica semplificazione amministrativa e la possibilità di accedere a sgravi fiscali, oltre a un piano di interventi regionali finanziati con le risorse del Fesr 2021-2027. Qualche giorno dopo la firma del Dpcm, in sede di Conferenza unificata, il Governo Draghi già con le valige in mano ha approvato il regolamento per le Zone economiche speciali (Zes) e le Zone logistiche semplificate (Zls). Dopodiché ha lasciato il posto al Governo Meloni che deve completare l’opera, ossia varare i decreti attuativi e assicurare i finanziamenti. Da allora se n’è saputo più nulla e come ha sottolineato Marinese, nella nuova Finanziaria non vi è traccia di stanziamenti in proposito. Del resto se con la Finanziaria precedente sono stati destinati 250 milioni di euro alle 8 Zes del Mezzogiorno (Abruzzo, Calabria, Campania, Ionica Interregionale Puglia-Basilicata, Adriatica Interregionale Puglia-Molise, Sicilia Orientale, Sicilia Occidentale, Sardegna), difficile immaginare che 250 milioni possano andare alla sola Zls del Veneto. E allora? Il rischio è che si sia di fronte ad un’altra operazione “all’italiana”: nel mondo ci sono 3500 Zes già operative da anni che producono reddito e posti di lavoro, 800 solo in Europa, con 70 milioni di lavoratori e scambi commerciali per 500 miliardi; in Italia, invece non c’è ancora una Zes operativa per davvero. 

LE RICHIESTE
Sulla vicenda i sindacati, per il momento solo l’Orsa confederale del Veneto (Organizzazione sindacati autonomi e di base) ha preso posizione con il suo segretario, Ezio Ordigoni, che ha scritto al presidente del Consiglio dei ministri Giorgia Meloni, e al governatore del Veneto Luca Zaia ricordando che «le aree di Venezia e del Rodigino sono da tempo interessate da un disagio occupazionale. Uno spiraglio di luce l’avevamo intravisto con l’istituzione, dopo anni di battaglie, della Zls. L’avvio, però, non c’è ancora in quanto mancano due decreti attuativi e un’adeguata copertura finanziaria necessaria a sostenere il credito d’imposta, forte attrattore per l’insediamento di nuove realtà produttive». Il segretario dell’Orsa chiede, inoltre, alla Meloni l’istituzione del Comitato d’indirizzo e della Cabina di regia, e a Zaia un deciso intervento nei confronti del Governo.
 

Ultimo aggiornamento: 16:48 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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