Trovate le prime zanzare infette, torna a far paura anche il virus West Nile

Mercoledì 12 Agosto 2020 di Francesco Campi
Il virus West Nile è diffuso dalle zanzare
ROVIGO Un altro virus torna a riaffacciarsi, una “vecchia conoscenza”: il West Nile virus. Per il momento, si tratta solo della cattura di un “pool” di zanzare infette, in Basso Polesine, in una delle trappole entomologiche che punteggiano tutto il territorio della provincia e dell’intero Veneto, come misura di prevenzione massima, nell’ambito dei piani regionali, che discendono della direttive del piano nazionale di sorveglianza. Un’attività che da anni si articola su più fronti: il controllo dei cavalli, unici mammiferi insieme all’uomo che sviluppano i sintomi del virus, il controllo degli uccelli selvatici, che sono il “serbatoio” del virus, e il controllo delle zanzare, l’unico vettore di trasmissione.

PRESENZA ENDEMICA
Perché, a differenza del Covid, il West Nile virus, ormai endemico in Polesine, stagionale, con molti aspetti ancora sconosciuti e per il quale non è stato ancora perfezionato un vaccino, è proprio la puntura di zanzara l’unico modo per venire contagiati. E così, tutto il territorio è tappezzato di trappole per zanzare ad anidride carbonica, distanziate fra loro 15 chilometri. In Polesine ci sono 11 trappole, a Papozze, Ficarolo, Ceneselli, Porto Viro, Occhiobello, Badia Polesine, Villanova del Ghebbo, Rovigo, Porto Tolle, Guarda Veneta, Adria. Gli insetti catturati, a partire dal mese di maggio, vengono sottoposti a un primo controllo numerico, per capire la quantità di zanzare in circolazione, poi a una duplice analisi, quella sulla positività al virus e quella sulla provenienza del sangue che hanno succhiato, in modo da capire i loro movimenti e le loro abitudini. Da questo, per esempio, emerge che le zanzare, fra gli uccelli, prediligono merli, gazze, tortore e passeri, mentre ignorano piccione e storno. Anche la sorveglianza sugli uccelli, almeno al 18 luglio, non aveva trovato tracce di West Nile.

L’AVVISTAMENTO
Ad annunciare il primo “avvistamento” del West Nile dell’anno è stato il direttore generale dell’Ulss Polesana Antonio Compostella: «In una trappola in Basso Polesine è stata riscontrata la presenza del virus nelle zanzare. Cosa significa? Che il virus sta circolando, ma ad oggi non abbiamo avuto alcun caso di positività umana. E, la cosa più importante, è che nelle trappole sono state catturate in generale un numero inferiore di zanzare rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso: questo vuol dire che la disinfestazione sta dando buoni risultati. La disinfestazione larvicida è partita il 14 aprile e ora è in corso il quinto ciclo di trattamento delle 70mila caditoie e il nono ciclo di intervento nei fossati dove si depositano le larve, in media si tratta d 70 chilometri di fossati bonificati. Quindi, si sta andando avanti con la campagna di disinfestazione e il riscontro che arriva dalle trappole sul numero di zanzare è incoraggiante. Quello della disinfestazione precoce e sistematica è un elemento importante ed è dall’anno scorso che ad occuparsene in modo omogeneo e centralizzato in tutta la provincia, mentre prima era lasciata all’iniziativa dei singoli comuni, è l’Ulss. Lo scorso anno i risultati sono stati ottimi, e anche quest’anno al momento la situazione è incoraggiante».

ZANZARE INFETTE
Anche la scorsa estate, infatti, ci fu un primo “avvistamento” di zanzare infette a inizio agosto, a Ficarolo, ma non si è verificato nemmeno un contagio umano, a differenza del 2018 che era stato pesantissimo: 54 casi accertati, 37 nella forma febbrile, 10 dei quali sono stati comunque ricoverati seppur dimessi pochi giorni dopo, 17 nella forma neuroinvasiva, quella più grave, con 6 decessi. Il West Nile, infatti, non è una banalità. Sempre nel 2018, in tutta Italia si erano registrati 577 casi umani, 230 dei quali nella forma neuro-invasiva, 63 in Veneto, 100 in Emilia Romagna, 16 in Lombardia, 38 in Piemonte, 3 in Sardegna, 9 in Friuli Venezia Giulia, 1 in Molise importato dalla Grecia, e ben 42 decessi. Di questi tempi, due anni fa, i contagi umani riscontrati in Polesine erano già stati una trentina.
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Ultimo aggiornamento: 08:16 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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