Volto, scuola al via senza la prima elementare: mancano i bambini

Domenica 11 Settembre 2022 di Enrico Garbin
La scuola elementare di Volto

ROSOLINA - Anno scolastico al via senza i remigini per la primaria della frazione Volto.

Al suono della campanella delle 8.15, domani, nella scuola Aldo Moro di Volto di Rosolina risponderanno purtroppo solo quattro delle cinque classi. Con un numero di bambini iscritti inferiore al minimo, è infatti venuta meno la possibilità di formare la prima classe. Nel corso dell'estate erano stati fatti alcuni tentativi per impedire la soppressione della classe, ma alla fine non c'è stata altra soluzione che raggruppare tutti i bambini e bambini della classe 2016 nella scuola Carla Gronchi di Rosolina centro.

BANCHI VUOTI
«Le proiezioni dicono che già il prossimo anno ci saranno numeri sufficienti per avviare un nuovo ciclo scolastico nella primaria di Volto -assicura l'assessore comunale all'istruzione, Sara Biondi - anche se è chiaro che stiamo vivendo un periodo con bassi tassi di natalità e nei prossimi anni il problema potrebbe presentarsi di nuovo. Mi preme però assicurare che, fino a quando sarà possibile, come impegno di questa amministrazione e mio personale, faremo il possibile per mantenere in vita i due istituti scolastici, evitando però di dover ricorrere alle pluriclassi».

CAMPANELLO D'ALLARME
Anche se per ora viene visto come un fenomeno passeggero, l'impossibilità a formare una classe della scuola primaria è comunque un campanello d'allarme. Con sezioni che, in assenza di casi di disabilità, possono andare da un minimo di 15 a un massimo di 26 alunni, ci sono ad esempio le annate 2020 e 2021 che, al netto di possibili movimenti migratori tanto in entrata che in uscita, sono composte rispettivamente da 29 e 28 bambini: pochi di più per fare una sola classe e un soffio di meno per farne due senza deroghe. E in ogni caso parliamo di due plessi che si trovano a soli 2,5 chilometri di distanza, anche se il territorio comunale è vasto.
«La presenza di una scuola in un paese è un servizio che fa la differenza, per questo seguiamo con attenzione l'evoluzione anagrafica - conclude Biondi -. La pandemia ha fatto abbassare il tasso di natalità, ma c'è anche un fenomeno di emigrazione dei nostri giovani che cercano lavoro altrove. Infatti, il tasso di natalità è più altro tra i cittadini di origine straniera che invece cercano opportunità nel comune o nelle zone limitrofe».

 

Ultimo aggiornamento: 12 Settembre, 13:07 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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