Prima le violenze alla moglie, poi molesta la colf: 43enne a processo

Venerdì 13 Ottobre 2017 di Francesco Campi
Prima le violenze alla moglie, poi molesta la colf: 43enne a processo
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ROVIGO - Una mano che si è allungata bramosa, toccandole un seno. Lei, in quel momento era chinata perché stava facendo le pulizie ed è stata colta alla sprovvista dal gesto repentino e improvviso del padrone di casa, che l'aveva assunta come collaboratrice domestica e ha provato ad insidiarla ed a strapparle un bacio, prendendola per un braccio e palpandole il seno. La donna lo ha respinto. Attonita, umiliata e offesa per quel gesto. Almeno secondo quella che è la ricostruzione del fatto, avvenuto nel luglio del 2014, per il quale un 43enne bassopolesano, denunciato dalla donna, è stato rinviato a processo per l'ipotesi di reato di violenza sessuale.

Il processo si è aperto ieri davanti al collegio con l'udienza filtro, ovvero quella nella quale viene stabilita la lista dei testimoni da ascoltare nel dibattimento. Tutto è poi stato rinviato ad una prossima udienza. Pur trattandosi, così come ricostruito di un eventuale caso si violenza sessuale fra quelli considerabili di minore gravità, a pesare sull'imputato anche i suoi precedenti. Esattamente un anno fa, il 20 ottobre, infatti, è stato condannato in primo grado a 5 anni di reclusione, per maltrattamenti in famiglia aggravati, violenza sessuale e violenza privata. Una storia, quella emersa nel corso di quel processo, fatta di insulti e minacce, che l'uomo avrebbe rivolto anche ai due figli che al tempo avevano entrambi meno di 14 anni, mentre la giovane moglie, invece, era stata, minacciata con un coltello, insultata e perfino violentata dopo averle impedito di prendere la pillola anticoncezionale in modo che rimanesse incinta. Cosa che si era verificata anche se poi era seguito un aborto. Questi fatti risalgono al biennio fra 2007 e 2008, cioè fino a quando la donna, esasperata dalle continue vessazioni, non ha trovato la forza di denunciare tutto avviando le indagini che hanno portato alle molteplici accuse nei confronti del suo ex compagno.

L'inizio della fine per la famiglia, sfasciatasi a causa del comportamento violento del padre, è arrivato quando, dopo un periodo di crisi, questo era arrivato a cacciare di casa moglie e figli. I tre si erano così trasferiti in Sicilia, terra d'origine della donna. Il marito, però, poco dopo era sceso fin là e con una violenta scenata, condita da botte e minacce, li aveva costretti a tornare in Polesine. Dove i maltrattamenti sarebbero ripresi, ancora più violenti. Tanto che, in un'occasione, la donna è stata perfino stata minacciata di morte con un coltello puntato alla gola, per impedirle di recarsi al pronto soccorso a farsi medicare e mettere a referto le lesioni che le botte ricevute le avevano procurato. Alle continue percosse si accompagnavano anche le violenze sessuali, con i vestiti strappati di dosso e i rapporti estorti con la forza, contro la sua volontà, dopo averla anche obbligata a sospendere l'assunzione della pillola.
 
Ultimo aggiornamento: 22:04 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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