Violenta, tradisce e pesta la moglie: condannato a 6 anni e 6 mesi di carcere

Martedì 1 Febbraio 2022 di Francesco Campi © RIPRODUZIONE RISERVATA
Pesta e violenta la moglie per 10 anni (foto di repertorio)
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CANARO - È diventata definitiva la condanna a 6 anni 6 mesi e 15 giorni di reclusione per i reati di violenza sessuale, e lesioni: così A. M., tunisino quarantenne, residente a Canaro, è finito in carcere.

Il 25 gennaio, con l'ordinanza di inammissibilità del ricorso presentato dall'uomo innanzi alla Corte di Cassazione, si è chiuso anche l'ultimo grado di giudizio e così la Procura di Rovigo ha emesso l'ordine di carcerazione che è stato eseguito dalla polizia. La Squadra mobile, dopo aver svolto le indagini all'epoca dei fatti, appena saputo dell'imminenza della condanna, ha individuato il domicilio di A.M. a Canaro, avviando un'attività di monitoraggio per congiurare il rischio di fuga, fino all'adozione del provvedimento restrittivo. Al termine delle formalità di rito, l'uomo è stato accompagnato in carcere.

LA CONDANNA

I reati per i quali è stato condannato, si sono protratti per 10 anni, dal 2009 fino a quando, nel 2018, la donna ha deciso di denunciare, consentendo agli investigatori coordinati dalla Procura di far luce su quanto stesse accadendo nella sua famiglia: maltrattamenti continui nei confronti della moglie, umiliata anche con continui tradimenti e costretta, così come i tre figli piccoli a vivere in condizioni di totale indigenza al punto da non avere nemmeno le utenze allacciate nella propria abitazione. Niente luce, acqua e gas. Così che, anche per lavarsi, era necessario andare ad una fontana pubblica. Un quadro che la donna ha sopportato fino a quando non ha realizzato che la sua vita si stava trasformando in un incubo e che tale non era solo per lei ma anche per i suoi figli.

VIOLENZA CONTINUA

E, quando il marito ha capito che la donna stava pensando a separarsi da lui, sarebbe stato ancor più violento, arrivando ad estorcerle rapporti sessuali contro la sua volontà, quasi a volersi riappropriare fisicamente e con violenza di un ruolo coniugale che lui stesso sembrava aver accantonato, preferendo accompagnarsi con altre donne. A spingere la donna, di origini tunisine così come il marito, a voltare definitivamente pagina è stato quanto accaduto la vigilia di Natale del 2018, quando, dopo un'aggressione, l'ennesima, da parte del marito, si è trovata in ambulanza, insieme ai suoi figli. Da quel giorno non è più tornata a casa, a Canaro, trovando invece accoglienza in una struttura protetta. Dalla sua successiva denuncia è poi scaturito un processo che nel giugno 2020 ha portato il Collegio del Tribunale di Rovigo a condannare il marito a 6 anni 6 mesi e 15 giorni. I maltrattamenti sarebbero iniziati già dal 2009, ma la donna inizialmente ha sopportato in silenzio. Solo dopo l'arrivo del terzo figlio, che aveva voluto far nascere nel loro paese di origine, tornando poi in Italia perché voleva che comunque anche lui, come i fratelli ottenesse il permesso di soggiorno, ha preso maggiore consapevolezza dell'insopportabilità della situazione. Il marito, infatti, avrebbe continuato ad alzare le mani. La moglie ha così contattato un'amica su Facebook, anche lei tunisina e anche lei residente in Italia, ma con la quale in marito le aveva imposto di rompere ogni rapporto. È stato anche grazie ai suoi consigli che ha realizzato che non era vero che in caso di separazione avrebbe rischiato di perdere l'affidamento dei bambini, come da lui prospettato, ed ha iniziato a muoversi per cercare di allontanarsi dal marito violento. Ma è stato proprio quando lui ha iniziato ad esserlo ancora di più, violentandola in più di un'occasione.
 

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