Canda. Dopo anni di lotta contro l'abbandono e il degrado, comincia il restauro di villa Nani Mocenigo

Venerdì 28 Aprile 2023 di Silvia Malanchin
Villa Nani Mocenigo a Canda

CANDA - Dopo quasi due anni nei quali Micol Andreasi, gli abitanti di Canda e tutti coloro che hanno avuto e continuano ad avere a cuore villa Nani Mocenigo hanno raccolto firme e pubblicato post sui social per evitare l’abbandono del nobile edificio (ora di proprietà della Banca di San Marino), sono iniziati nei giorni scorsi i lavori di restauro e ricostruzione del muro di cinta, le indagini per un prossimo e più articolato restauro degli affreschi interni e quelle per il monitoraggio complessivo dello stato delle strutture.
>Di questo e delle altre ville venete si è parlato nell’ultimo appuntamento intitolato C’era una volta la villa. La Nani Mocenigo e le altre: quel che resta della venustas, che fa parte della rassegna Galleria Polesine, organizzata dagli Amici dei Musei, nella sala Oliva dell’Accademia dei Concordi. A fare gli onori di casa Vanna Boraso, presidente dell’associazione, e Pierluigi Bagatin, vicepresidente dell’Accademia dei Concordi. Relatrice dell’incontro è stata Micol Andreasi, docente di lettere, giornalista ed esperta di storia dell’arte.

LA GRANDE TRASFORMAZIONE

Partendo dal ritratto di Alvise Cornaro e da alcuni brani del suo Discorsi della vita sobria, Andreasi ha accompagnato il pubblico dentro la grande trasformazione che attraversò la Serenissima nel XVI secolo. «Una trasformazione – ha spiegato – fisica, economica e culturale, di cui il Cornaro fu uno dei massimi interpreti, avendo egli, tra le altre cose, promosso l’istituzione del magistrato dei Beni inculti, il cui compito era gestire l’importante e fondamentale opera di bonifica dell’entroterra veneto, sottraendo spazio alla palude a vantaggio dell’agricoltura. Di questa trasformazione le ville sono le espressioni più significative».
Partendo da villa dei Vescovi di Luvigliano, la relatrice ha preso in rassegna le più significative ville del Polesine, soffermandosi dapprima sull’opera di Palladio a Fratta Polesine per il signor Francesco Badoero del 1550. «La Badoera – ha sottolineato Andreasi – esprime in maniera chiara e compiuta la nuova immagine della nobiltà veneta, imprenditrice in campo agricolo, intraprendente e colta». Villa Grimani-Molin-Avezzù, Ca’ Moro, Villa Morosini, Villa Pellegrini-Lorenzoni, Villa Rosetta, persino villa Morosini – Vendramin - Calergi a Fiesso Umbertiano sono espressione importanti della civiltà nobiliare che in Veneto ha lasciato oltre tremila testimonianze e quasi 200 in Polesine.

AFFRESCHI E ALLEGORIE

Andreasi non poteva però non citare la splendida villa Nani Mocenigo di Canda, più volte attribuita all’architetto Vincenzo Scamozzi, anche se non esiste alcun documento ad attestarlo. Si è soffermata sulla lettura iconografica delle allegorie delle Virtù, affrescate in una delle stanze del piano nobile tra la fine del 600 ed il 1720, opera dei quadraturisti Francesco e Antonio Felice Ferrari, quest’ultimo maestro di Girolamo Mengozzi Colonna, abile e apprezzatissimo collaboratore del Tiepolo. Le allegorie rappresentano la Libertà e la Vigilanza, la Fortezza e la Ragion di Stato, la Prudenza ed il Governo della Repubblica, la Giustizia ed il Buon Consiglio. 
Il prossimo appuntamento con Galleria Polesine si terrà ad ottobre per a raccontare un altro pezzo della grande bellezza della provincia di Rovigo.
 

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