L'addio di Villamarzana al suo sindaco, il paese si è fermato per i funerali di Gabrielli

Sabato 25 Giugno 2022 di Marco Scarazzatti
I funerali del sindaco Claudio Vittorino Gabrielli

VILLAMARZANA (ROVIGO) - Tanta gente così a Villamarzana, non si era mai vista. Ieri mattina, in occasione dell’addio al sindaco Claudio Vittorino Gabrielli, scomparso martedì sera a 67 anni, una folla ha voluto stringersi attorno alla famiglia dell’uomo amato da tutti, anche da chi sembrava essergli “nemico”, ma che in realtà ha sempre visto in lui un politico fuori dagli schemi. Nonostante la gente, c’era un silenzio surreale nel piccolo paese del Medio Polesine.
Negozi e anche il “suo” bar tutti rigorosamente chiusi per lutto cittadino, sede municipale con le bandiere a mezz’asta, tutti che sussuravano parole, quasi a non voler disturbare il riposo dell’imprenditore, che nel 1991 aveva avuto la felice intuizione di creare il Tar, il Consorzio dei camionisti.

Lui che era stato in passato proprio un camionista, e che in gioventù aveva brillato anche in sport duri, quali pugilato e getto del peso. «Claudio è stato un grande uomo, che ha amato la vita, la famiglia e il suo lavoro - ha esordito il parroco don Silvio Baccaro -. Ha amato anche il suo paese, come fosse una grande famiglia. Caro Claudio oggi tutta Villamarzana, ma direi il Polesine in generale, si è fermato per te, per dimostrarti di essere vicini al tuo cuore grande. Hai dato tantissimo a tutti quanti».

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LETTERA DELLA FIGLIA
Quindi la commovente lettura della lettera scritta da una delle sue tre figlie, Emily, affidata sempre a don Silvio. «Da quando non ci sei più tu avvertiamo un silenzio assordante. Mi manca vederti sul divano in modalità sentinella, o nelle vesti di nonno che si prendeva cura ogni giorno dei suoi amati nipotini. E che dire di quando eri al telefono a parlare di lavoro, oppure con i tuoi amici. Mi manca anche quando chiamavi la mamma “vecia”. Il destino è strano e spietato. Ho realizzato che non ce l’avresti più fatta, quando sei stato ricoverato per l’ultima volta in ospedale e ti sei affidato a me per farti le punture. Te ne sei andato in punta di piedi, ma la tua morte ha fatto un gran rumore».
Le lacrime scorrono a fiumi sui visi, rigati di sofferenza, per un sindaco che era l’amico di tutti. Don Silvio sottolinea che «Claudio era una persona che parlava con i fatti. Mi ha aiutato anche quando ero parroco a Borsea. Usciamo da questa cerimonia funebre un po’ tutti cambiati. Ha fatto grandi cose per la gente, in quanto era tenace e costante, oltre che leale, schietto e sincero. Ha dato a tutti una grande lezione di vita, anche perchè essere sindaco oggi non è facile. E’ stato impegnato in tante battaglie, da lottatore qual era. Ma è stato pure un marito per 45 anni, formando con l’amata Cinzia una splendida coppia».
L’ex parroco don Antonio Rossi: «Mi ricordo Claudio nel suo ufficio con in una mano il telefono e nell’altra un foglietto con tutte le indicazioni da dare ai camionisti sui viaggi da fare. Lo ricordo orgoglioso di essere marito di Cinzia, padre delle sue figlie e nonno dei suoi nipoti». Leonardo Raito, sindaco di Polesella, a nome dei colleghi sindaci, ha voluto dare il suo ricordo e pure il vescovo Monsignor Pierantonio Pavanello, ha fatto leggere un pensiero a don Silvio. Le note di Ennio Morricone hanno accompagnato la salma verso l’esterno, mentre il clacson di uno dei suoi tir, lo ha salutato verso l’eternità.

Ultimo aggiornamento: 17:17 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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