Tre colpi e poi la fuga. Preso, si raccomanda ai poliziotti: «Avvisate mia mamma, ditele che sono "solo" in carcere»

Martedì 14 Marzo 2023 di Marina Lucchin
Villadose, furti e ladri

VILLADOSE (ROVIGO) - Furgone rubato e usato come ariete per mettere a segno le spaccate. Saracinesche abbattute a colpi di ascia, serrande divelte col piede di porco. E poi inseguimenti a sirene spiegate, schianti, fughe a piedi saltando le recinzioni di abitazioni e ferrovia con agilità quasi di atleti di parkour. Infine le manette che si chiudono attorno ai polsi di uno dei ladri, che prima di finire in carcere, però, chiede ai poliziotti di avvisare la mamma, che stia tranquilla perché è "solo" dietro le sbarre. Non è la trama di un film poliziesco, ma quanto avvenuto la notte scorsa nel padovano, tra Mestrino, Limena, via Montà e che si è concluso al Sacro Cuore. Tre colpi - due messi a segno, mentre uno solo tentato, nonostante i danni siano in ogni caso ingenti - nel giro di poche ore per una banda di nomadi: uno si è dileguato prima di incrociare la polizia, un altro è riuscito a darsi alla macchia, ma l'ultimo, Alex Seferovic, 26enne residente a Villadose, ferito dopo lo schianto contro la motrice di un tir, è stato sottoposto a fermo di polizia per ricettazione e denunciato per furto e resistenza a pubblico ufficiale.

Ora il giovane malvivente, che nonostante l'età ha un lungo curriculum criminale, è dietro le sbarre di una cella del Due Palazzi.


LA SCORRIBANDA
Tutto inizia poco dopo le 22.15, quando il Fiat Doblò bianco usato dai ladri viene inquadrato dalle telecamere dei varchi in via Po. La vettura, intestata a un 45enne trevigiano, era stata rubata da un'officina di Casier dove il proprietario l'aveva portata per lavori di manutenzione. La centrale operativa della polizia, dunque, dirama la targa del Doblò e le Volanti iniziano a pattugliare la zona. Intorno all'una, i poliziotti intercettano un furgone uguale proprio davanti a un negozio sportivo. Quando si avvicinano per controllare, vedono i due occupanti prima abbassarsi sotto al cruscotto, nel tentativo di nascondersi, e poi accendere l'auto e scappare a fari spenti a tutta velocità. Non riuscendo però a sterzare, i due finiscono col furgone contro la motrice di un tir. E parte la fuga a piedi: i due vengono inseguiti dai poliziotti. Alla fine, uno riesce a scappare scavalcando le recinzioni. L'altro, invece, ferito alla testa dopo il botto contro il camion, viene preso e portato in questura. Nell'auto, gli agenti trovano un piede di porco e un'ascia. Addosso al Seferovic invece scoprono 270 euro in banconote e monetine ancora nel loro tubo, per un totale di 530 euro.


I COLPI
Aiutati da un terzo complice, i due avevano iniziato la serata puntando al negozio cinese Linda Market di Limena: hanno sfondato la vetrina con il furgone e poi anche a colpi di ascia e sono riusciti a portarsi via il fondo cassa dal registratore. Visto il magro bottino hanno provato a sfondare - stavolta con un tombino - anche la vetrina di una tabaccheria di Mestrino. Nonostante 18 colpi ben assestati, non sono riusciti a fare breccia nella porta. Infine, tornati verso il capoluogo, hanno scardinato la finestra del bar caffè "alla fornace" in via Sacharov. Qui i vicini hanno sentito il trambusto, quando ormai era quasi l'una di notte e hanno allertato il 113. Telefonata che, di fatto, ha incastrato i malviventi, visto che la Volante è riuscita subito a intercettarli. Prima di finire in cella, il ladro ha chiesto però ai poliziotti di avvisare la madre, affinché non si preoccupasse per la sua assenza.

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