Achille Variati: «Il Pd non può perdere la città di Rovigo, sono fiducioso»

Sabato 8 Maggio 2021 di Francesco Campi
Achille Variati a Rovigo

ROVIGO - «Lo ammetto, non è un compito banale ma personalmente sono fiducioso». Achille Variati, già sindaco di lungo corso a Vicenza, oltre che consigliere regionale, presidente della Provincia e dell'Upi, nonché sottosegretario all'Interno, nominato dalla segreteria nazionale del Pd come casco blu incaricato di portare la pace a Palazzo Nodari non nasconde che la strada, almeno al momento, non è tutta in discesa.

All'indomani del primo giro di incontri, tuttavia, sottolinea anche di credere che riuscirà ricomporre la frattura: «Le mie parole- derivano da una lunga esperienza come sindaco: una maggioranza si fonda sulla condivisione di un progetto e quando viene meno il dialogo si apre una crisi. Una crisi che, in questo caso, si è aperta anche all'interno del Partito democratico di Rovigo. Per questo, il mio lavoro di facilitatore, in questa prima fase, è volto al ritorno del dialogo all'interno del gruppo consiliare del Pd. Ma non solo, perché il ritorno alla condivisione deve avvenire anche fra tutte le forze che hanno fatto un patto davanti agli elettori e davanti alla città. Quando si arriva a simili situazioni, non c'è mai solo una colpa, ma ci sono colpe. Ognuno ha una sua quota di responsabilità ed ognuno deve fare la propria parte».

L'OBIETTIVO

«Ovviamente, il mio compito inizia necessariamente dal gruppo del Pd, perché se questo non si ricompatta, tutto diventa più difficile se non impossibile. Poi, però, servirà anche riattivare il dialogo fra il Pd e liste civiche, nonché con il sindaco stesso. Voglio chiarire che l'interesse della segreteria nazionale non è specifico nei confronti del Pd, ma nei confronti della città di Rovigo che come tutte le città, provate dalla pandemia, esce ferita, con problemi economici e sociali, e non merita una crisi politica ed una campagna elettorale in un quadro del genere, ma un buon governo». 

I CONFRONTI

Giovedì Variati ha prima incontrato il sindaco Edoardo Gaffeo, poi il segretario provinciale del Pd Angelo Zanellato, il capogruppo in consiglio comunale Nello Chendi e, infine, si è seduto ad un tavolo con tutti e 11 i consiglieri comunali. Un faccia a faccia di oltre due ore, nel quale sono stati ripercorsi i momenti che hanno portato al progressivo logoramento dei rapporti interni alla maggioranza e che ha visto Variati, dopo una iniziale introduzione, ascoltare e prendere nota. Per poi suggerire, come primo passo di distensione, di arrivare alla stesura di un documento unitario, nel quale si sottoscriva una sorta di nuovo patto di governo e si ribadiscano fiducia e sostegno leale al sindaco. Il testo, sul quale già ieri sono iniziati lavori, sembra essere in fase di limatura.

IL TEMPO STRINGE

«Non è che le cose vengono superate dopo una prima chiacchierata commenta l'emissario del segretario Enrico Letta - non basta certo un incontro. La mia impressione è che ci sia volontà di costruire e non di demolire e questo lo capiremo subito se riusciremo a sintetizzare tutte le posizioni in una in grado di ricompattare la maggioranza». I tempi, però, sono stretti. Già una settimana, quindi se n'è andata. Ne restano meno di due. «Il fatto che il tempo stringa è un vantaggio, perché bisogna necessariamente prendere una decisione con rapidità».
Oggi intanto, in piazza Garibaldi, a partire dalle 10 si terrà la manifestazione spontanea che i sostenitori di Gaffeo hanno indetto con l'intento di spingerlo a ritirare le proprie dimissioni.
 

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