La mamma è no vax, il giudice autorizza il figlio di 14 anni a vaccinarsi

Mercoledì 10 Novembre 2021 di Francesco Campi
La mamma è no vax, il giudice autorizza il figlio di 14 anni a vaccinarsi
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ROVIGO - Vaccino sì, vaccino no. In questo caso, su fronti opposti, si trovavano due genitori. E l'epilogo è stato che la mamma no vax ha perso la propria battaglia in Tribunale di fronte al marito, un noto professionista rodigino, che ha ottenuto dai giudici l'autorizzazione a somministrare al figlio 14enne non solo il vaccino anti-Covid, ma anche i vaccini obbligatori che, proprio per volontà della madre, non ha ancora ricevuto.


IL DECRETO

Un decreto importante, di quelli che fanno giurisprudenza.

La prima pronuncia di questo tipo in Veneto, dopo quelle analoghe dei Tribunali di Monza, Milano, Parma e Bologna, emessa dal Collegio presieduto da Paola Di Francesco, relatore il giudice Federica Abiuso e giudice a latere Nicola Del Vecchio, che ha anche condannato la madre al pagamento delle spese: «Il collegio si legge nel decreto - ritiene che il rifiuto opposto alla somministrazione al figlio del vaccino anti-Covid 19 non trovi ragionevole giustificazione, alla luce della documentazione medica prodotta e dell'interesse del minore a beneficiare della copertura vaccinale. Il ricorrente va pertanto autorizzato a sottoscrivere il modulo di consenso informato relativo alla somministrazione al figlio delle vaccinazioni previste dalla legge 119/2017 e della vaccinazione anti-Covid 19, anche in assenza del consenso della madre del minore». E lunedì, una volta pubblicato il decreto, il professionista ha subito accompagnato il figlio al centro vaccinale di Adria per ricevere la prima dose della vaccinazione Covid, che il ragazzino agognava non solo per la protezione dal virus, ma anche per il fatto che per lui era diventata un'odissea praticare sport o anche andare a mangiare una pizza con i compagni di scuola. Nell'udienza il padre, assistito dall'avvocato Paola Bogoni, ha fatto presente come il figlio, per il quale fermo restando l'affidamento congiunto è stata stabilita la collocazione prevalente nella residenza paterna, non avesse ricevuto le vaccinazioni obbligatorie perché l'ex moglie aveva rimandato con dei pretesti gli appuntamenti vaccinali. Ha poi prodotto il certificato di un ematologo, nel quale si attesta l'assenza di controindicazioni ai vaccini, nonché il modulo di triage per la vaccinazione Covid firmato dal pediatra del ragazzo.


L'ADEMPIMENTO

La madre, da parte sua, aveva posto riserve anche sulle stesse vaccinazioni obbligatorie, a cui aveva sino a quel momento sottratto il ragazzo, ben chiarendo al tribunale le ragioni per le quali il padre aveva deciso di proporre ricorso, sottoponendo il caso all'attenzione del Tribunale. «Il contrasto esistente tra i genitori del minore, non conviventi scrivono i giudici - in merito all'adempimento dell'obbligo vaccinale previsto dalla legge 119/2017 e all'interesse del figlio alla somministrazione del vaccino anti-Covid-19, non può ritenersi superato dalle dichiarazioni rese dalla madre in udienza, nel corso della quale ha sostanzialmente formulato le medesime riserve che hanno condotto il padre ad instaurare questo procedimento. Infatti al di là della apparente dichiarazione di disponibilità a prestare il consenso, all'udienza camerale ha riproposto le stesse malcelate riserve che hanno impedito l'adempimento dell'obbligo vaccinale da eseguire a tutela della salute del figlio quattordicenne, sottoposto solo alla vaccinazione antitetanica».


Richiamando quanto previsto dalle norme e «le valutazioni espresse dalla comunità scientifica in merito alla efficacia dei vaccini approvati dalle autorità regolatorie nazionali e internazionali nella prevenzione della malattia e nel contrasto alla diffusione del contagio, sulla scorta di studi costantemente aggiornati», il Collegio ha quindi preso la propria decisione: «Il legislatore ritiene sussistente l'interesse del minore alla somministrazione di alcune vaccinazioni, tanto da averle rese obbligatorie, sicché, tenuto conto delle valutazioni sulla base del referto degli esami sierologici, la domanda deve trovare accoglimento, in difetto dell'attestazione di documentate condizioni cliniche del minore tali da determinare un ulteriore ingiustificato differimento di dette vaccinazioni, sinora non eseguite a causa dell'atteggiamento dilatorio tenuto dalla madre».

Ultimo aggiornamento: 22:11 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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