Lo stop ad Astrazeneca inguaia l'Ulss Polesana: scorte solo per tre settimane

Martedì 15 Giugno 2021 di Francesco Campi
Flavia Tesser, una insegnante vaccinata alla ripresa della campagna con Astrazeneca: successivamente sarà vietato agli under 60

ROVIGO - «Non abbiamo spostato alcun appuntamento e siamo in grado di garantire tutte le seconde dosi, perché abbiamo scorte sufficienti per andare avanti con la programmazione per le prossime tre settimane. Poi, se non dovessero arrivare ulteriori forniture di vaccini, potremmo essere costretti a rivedere parte della programmazione futura, ma al momento non abbiamo problemi».
Il direttore generale dell’Ulss Polesana Patrizia Simionato fa buon viso a cattivo gioco di fronte al nuovo cambiamento in corsa nell’epocale sforzo della campagna vaccinale.

Un cambiamento di quelli che sarebbero in grado di far saltare tutto. Ma a quanto pare, almeno per il momento, non in Polesine, dove grazie a un lavoro certosino, giorno per giorno, con un’apposita task force dedicata, l’Ulss Polesana ancora una volta si mostra sufficientemente organizzata per superare anche il nuovo ostacolo. Il problema è, di nuovo, relativo ad Astrazeneca. Perché con la circolare ministeriale dell’11 giugno è stata raccomandata la somministrazione dei vaccini a vettore virale, Astrazeneca e il monodose Johnson&Johnson, solo a persone dai 60 anni in su, indicando per chi debba eseguire la seconda dose e abbia meno di 60 anni, l’utilizzo di vaccini a Rna messaggero, ovvero Pfizer o Moderna.

CAMBIO IN CORSA
In Polesine il cambio di rotta è in vigore già da sabato scorso. Proprio in questi giorni, per l’appunto, è ripartito il “giro”, perché la seconda somministrazione di Astrazeneca era programmata a distanza di tre mesi e le prime somministrazioni con questo vaccino, in Polesine, erano iniziate a marzo. Allora l’indicazione dell’Aifa era di somministrarlo alle persone con meno di 55 anni. Poi la soglia di età era stata innalzata a 65 anni. L’11 marzo, però, era arrivato il divieto di utilizzo del lotto ABV2856 e il sequestro del lotto ABV5811, disposto dalla Procura di Biella dopo la morte sospetta di un professore di Novara. Il 15 marzo, tre mesi esatti fa, lo stop totale. Fino a quel momento l’Ulss Polesana aveva somministrato 4.283 dosi di Astrazeneca: 2.122 al personale scolastico, 2.037 alle forze dell’ordine e 124 alla polizia penitenziaria e ai detenuti del carcere di Rovigo. Già il 18, però, una volta arrivato il nuovo via libera, le 360 persone per le quali era stato congelato l’appuntamento, erano state richiamate con sms e telefonate. Poi ancora nuove disposizioni sull’uso di Astrazeneca e tutti i programmi da rifare.
«Siamo continuamente costretti a riorientare la nostra programmazione - ammette Simionato - fortunatamente il fatto che la nostra platea dei vaccinati con Astrazeneca sia abbastanza ridotta, costituisce un vantaggio organizzativo, ma la difficoltà è comunque significativa. Tuttavia la stiamo gestendo al meglio e abbiamo ridefinito gli appuntamenti per le seconde dosi degli under 60 vaccinati con Astrazeneca garantendo la somministrazione di Pfizer e Moderna. Per quanto riguarda le disponibilità, abbiamo una copertura certa per le prossime tre settimane, poi il resto dipenderà dagli invii delle promesse nuove scorte».

IL PROBLEMA CALDO
Non solo. Dopo la segnalazione arrivata da Sandro Gino Spinello, ieri ad Adria sotto i tendoni davanti alla sala Caponnetto sono comparsi due condizionatori portatili. «Ci stiamo organizzando anche per far fronte all’arrivo del gran caldo - precisa il direttore generale - non so se i due condizionatori saranno sufficienti. Con l’ufficio tecnico ci eravamo già attivati per una revisione totale di tutti i centri per superare le nuove criticità emerse. Nelle prossime ore verranno installati altri condizionatori e saranno valutate altre soluzioni per minimizzare i disagi in tutte le sedi».

Ultimo aggiornamento: 07:01 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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