Arrivano nuove forniture di vaccini, adesione bassa degli operatori delle case di riposo

Mercoledì 6 Gennaio 2021 di Francesco Campi
L'arrivo del personale per la vaccinazione in una casa di riposo

ROVIGO È arrivata ieri la seconda tranche da 3.600 dosi di vaccino, con la somministrazione che in Polesine continua senza pause.

Lunedì erano state inoculate tutte le 1.622 dosi disponibili, 840 fra gli operatori sanitari e il resto nelle Rsa. Ieri sono stati vaccinati, negli ospedali di Rovigo, Adria e Trecenta, altre 500 persone fra personale sanitario ospedaliero e territoriale, oltre agli ospiti e gli operatori delle Rsa di Crespino, Gavello e Papozze, e alla comunità per disabili Il Diamante di Rovigo. Sono proprio ospiti e operatori delle case di riposo i destinatari del 48% circa del totale dei vaccini disponibili, perché è considerato il fronte più fragile. Al Csa di Adria toccherà il 9 gennaio, all’Iras di Rovigo il 14.

VACCINO “RESPINTO“
«Entro febbraio - ha sottolineato il direttore generale dell’Ulss Antonio Compostella - a meno di intoppi dovremmo completare la vaccinazione di tutta la popolazione target, oltre ottomila persone». C’è un ma. Sempre il dg hai sottolineato con una malcelata preoccupazione come «se da parte degli operatori sanitari l’adesione è stata pressoché totale, anche se le percentuali esatte andranno stilate alla fine perché magari ci possono essere stati vari motivi per la mancata presentazione, nelle case di riposo la quota è stata decisamente più bassa. Fra gli ospiti abbastanza alta, attorno al 95%, ma ci sono stati alcuni anziani che non sono stati sottoposti al vaccino perché le condizioni in quel momento non erano opportune e una decina perché c’è stato il dissenso da parte dei tutori. Diversa la situazione fra gli operatori: si è vaccinato solo il 66%. Un’adesione molto bassa. I motivi possono essere molteplici, non credo che ci sia una posizione no-vax, piuttosto qualche timore. Questo vaccino è efficace e sicuro. E se vogliamo andare a indagare sul perché si siano accesi focolai nelle case di riposo, è soprattutto perché il virus ha camminato sulle gambe degli operatori, che si sono contagiati come il resto della popolazione. Il vaccino è volontario, ma per la sicurezza di tutti, farlo per scongiurare il rischio di altre morti, dato il già pesante tributo che abbiamo pagato al virus. Abbiamo in programma attività formative e di incontri di spiegazione, e mi auguro vivamente che questa percentuale possa aumentare».

SANITÀ PRIVATA
Ieri mattina, fra l’altro, è iniziata la somministrazione del vaccino anche al personale della Casa di cura Città di Rovigo e del presidio ospedaliero Madonna della salute di Porto Viro, perché anche il personale delle strutture private accreditate rientra nella “popolazione target”, circa il 6%.Nelle due strutture, come spiega il direttore sanitario Arturo Orsini, già direttore generale dell’ex Ulss 18, «si procede con la vaccinazione di 60 dipendenti al giorno, per arrivare a vaccinare 240 dipendenti per ciascuna delle case di cura». Il personale di Porto Viro è stato vaccinato ad Adria, quello del policlinico di Rovigo all’ospedale rodigino. «Abbiamo compilato nei giorni scorsi gli elenchi con il personale da vaccinare: sono compresi sia il personale dipendente che quello libero professionista. Al momento l’adesione è molto alta». «La priorità - ha sottolineato l’amministratore delegato Stefano Mazzuccato - è stata data al personale del Pronto soccorso, della Terapia intensiva e dell’Area medica. Una volta finita la prima tornata, attenderemo le disposizioni dell’Ulss 5, alla quale va il nostro ringraziamento, per completare la campagna. Iniziamo finalmente a intravedere una luce alla fine del tunnel».

INCERTEZZA SUI TEMPI
In realtà, come ammesso da Compostella, il tunnel è ancora lungo. Sia perché non ci sono certezze sulle disponibilità di dosi, né sulle date. «Teoricamente, dopo la popolazione target di oltre ottomila persone che dovremmo coprire a febbraio con la doppia somministrazione, perché il vaccino per essere efficace ha bisogno di una seconda inoculazione dopo 21 giorni, potremo partire con gli ultraottantenni, gli ultrasettantenni e le persone a rischio. Ma già ora ci sono stati degli intoppi, perché le date di consegna sono state incerte fino all’ultimo e ci sono state modifiche organizzative. È una campagna vaccinale epocale, ognuno dovrà fare la propria parte. Noi faremo la nostra senza perdere tempo e senza sprecare nemmeno una dose. È raccomandato a tutti, anche agli allergici seppure la loro posizione deve essere valutata da un medico, mentre è raccomandato agli immunodepressi. A chi ha una positività in corso si evita di fare, mentre a chi è stato positivo e si è negativizzato da almeno quattro settimane, viene somministrato».
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