Covid & vaccini, 5 medici sospesi: sono tutte donne, due già in pensione e una in libera professione

Giovedì 23 Settembre 2021 di Francesco Campi
Franco Rossi è stato il primo medico vaccinato in Polesine

ROVIGO - «Sulle vaccinazioni, ancora una volta il Polesine ha risposto in modo ottimale, con numeri superiori alle medie regionali e nazionali, ma si può e si deve fare uno sforzo ulteriore, per questo invito chi ha ancora dubbi a fidarsi e compiere questo passo, perché i vaccini stanno permettendo un ritorno verso la quasi normalità e hanno confermato la propria efficacia, anche contro la variante Delta, come emerge dai numeri degli alti contagi e dei bassi ricoveri di questa estate».
Il presidente dell’Ordine dei medici di Rovigo, Francesco Noce, torna a sollecitare chi non si è ancora vaccinato, anche se ormai i numeri sono sempre più piccoli perché il Polesine si sta avvicinando a coprire con almeno una dose oltre l’85% della propria popolazione over 12.

Questo significa che considerando quanti non si possono vaccinare, chi sta scegliendo deliberatamente di non farlo è ormai quasi meno del 10%. Fra questi, però, anche alcuni medici. Quattro quelli che sono stati sospesi dall’Ulss Polesana.

CAMICI BLOCCATI
«In tutto le sospensioni di medici iscritti all’Ordine di Rovigo - rimarca il presidente - sono state cinque, perché c’è anche un medico della libera professione. Avevo detto che sarebbe stato doloroso se anche un solo medico non si fosse voluto vaccinare e purtroppo, ce n’è qualcuno in più. Al momento, però, si tratta solo di cinque medici, tutte donne, per le quali è scattata la sospensione. Due, fra l’altro, sono ormai in pensione. E per tre persone non si tratta di una scelta ideologica, ma di dubbi che stanno affrontando, mentre due solo sono nettamente contrarie a ricevere la vaccinazione anti Covid, ma non si può parlare di no-vax perché sono più che favorevoli alle altre vaccinazioni. In ogni caso, a fronte di oltre 1.200 iscritti, stiamo parlando di una percentuale dello 0,3%. Stride il fatto che mentre a Rovigo abbiamo già avuto delle sospensioni, a Roma, dove gli iscritti all’Ordine sono 45mila, hanno avuto una sola sospensione. La differenza è che da noi le cose funzionano meglio».

SANITÀ PRIVATA
Al momento, però, manca da definire tutto il quadro della sanità privata. «Stanno andando avanti le verifiche sulle motivazioni delle mancate vaccinazioni, ma sono casi sporadici. La normativa, però, è farraginosa e i tempi sono lunghi, anche perché intoppi burocratici e stratagemmi, come quello di non ritirare le raccomandate o non aprire la posta elettronica certiifcata, hanno ritardato le notifiche e provocato degli slittamenti. In questi giorni ho contattato una odontoiatra che lavora in provincia di Rovigo, ma risiede in un’altra regione, che non risultava vaccinata, mentre lo era già da marzo. E non è l’unico caso, ce ne sono stati almeno altri due. C’è poi un altro aspetto surreale: per quanto riguarda i provvedimenti disciplinari dell’Ordine, da un anno il ministero della Salute non ha proceduto alla nomina della nuova Commissione centrale per gli esercenti delle professioni sanitarie, di fronte alla quale si possono impugnare i provvedimenti ordinistici. Che non valgono, come per la giustizia ordinaria, fino all’ultimo grado di giudizio. Quindi già ora ci sono medici radiati da anni che possono ancora esercitare, perché i ricorsi non sono stati ancora esaminati».


Da lunedì, intanto, sono iniziate le terze dosi. «In questo momento - chiarisce Noce - riguardano solo gli immunodepressi gravi. Però si stanno riaprendo i centri vaccinali negli ospedali e mi sembra illogico, visto che gli ospedali hanno ancora prestazioni da recuperare e capacità di vaccinazione ridotte, mentre già abbiamo una rete efficiente di centri vaccinali. Fra l’altro, mentre si sta ancora definendo la situazione per le terze dosi, il mese prossimo dovrebbe partire la consueta campagna antinfluenzale: bisognerà capire bene come organizzarsi, è un momento cruciale. Il vaccino è l’unica arma per prevenire l’infezione e per ridurre le complicazioni. Poi è come l’antitetanica o qualsiasi altro vaccino: non è detto che un vaccinato sia completamente al riparo, ma sicuramente è molto più protetto rispetto a un non vaccinato».

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