ROVIGO Sono circa 4.400 i polesani già vaccinati e a febbraio toccherà anche a ultraottantenni e ultrasettantenni, una volta completata la somministrazione della seconda dose al primo gruppo di persone ritenute prioritarie, oltre ottomila fra personale sanitario delle strutture ospedaliere pubbliche e private, i medici che operano a livello territoriale, ospiti e operatori delle Rsa. Ad annunciare il prossimo allargamento della vaccinazione è il direttore generale dell’Ulss 5 Antonio Compostella, pur con tutte le cautele dovute alla variabilità legata all’afflusso delle dosi che al momento sono solo quelle del vaccino Pfizer-Biontech, la cui conservazione, fra l’altro, prevede una rigida catena del freddo. Ieri sono state somministrate oltre 900 dosi, 470 destinate a ospiti e operatori delle Rsa fra il completamento della casa di riposo La Residence di Ficarolo, gli Istituti polesani sempre di Ficarolo, e Villa Agopian di Corbola, dove però ci sono ancora gli strascichi del focolaio che impediscono di vaccinare le persone attualmente positive.
«Le 3.538 prime dosi iniettate - sottolinea il direttore - corrispondono alla prima fornitura che abbiamo ricevuto, ora abbiamo iniziato a utilizzare la seconda». Che doveva arrivare il 4, ma che alla fine, per una serie di passaggi e di inghippi, è arrivata di fatto il 7.
LE ADESIONI
Questo è il motivo per cui Compostella è cauto sulle date, ma si fa forte dei dati. «Per quanto riguarda gli operatori sanitari, l’adesione è stata pressoché totale: le persone preallertate si sono tutte presentate e hanno eseguito il vaccino. Anche per quanto gli operatori delle Rsa, dopo che nelle prime case di riposo l’adesione viaggiava fra il 51 e l’80%, con una media del 65%, un aspetto che mi aveva preoccupato, ora è salita all’80%. Nelle Rsa fino a giovedì sera abbiamo vaccinato 709 ospiti con un’adesione del 94%: c’è stato un 1% di dissenso da parte di familiari o tutori, mentre il 5% non ha potuto eseguire il vaccino perché non era idoneo. Il dato da sottolineare è quello relativo agli operatori: era prevista la vaccinazione per 825 e 115, pari al 14%, hanno espresso dissenso, una percentuale alta, ma in calo. Con una settantina di inidoneità, abbiamo quindi vaccinato 638 operatori, pari all’80%. È un dato che mi auguro possa ulteriormente migliorare sia per la sicurezza personale dell’operatore che lavora in ambiente a rischio, sia quella di colleghi, di familiari e della collettività, nonché degli ospiti, particolarmente esposti al rischio contagio e agli effetti più gravi: la vaccinazione è volontaria, ma ha una valenza importante, è un atto di responsabilità».
C’è un altro dato che Compostella presenta con orgoglio. «In Italia la popolazione totale è 60.360.000 persone e fino a giovedì sera erano 412.619 i vaccini, pari al 6,8 per mille.
CONTROLLO DEI NAS
Sempre Compostella ha sottolineato come giovedì la Farmacia ospedaliera di Rovigo, dove vengono stoccate tutte le dosi in arrivo in Polesine, sia stata sottoposta al controllo dei carabinieri del Nas, il Nucleo antisofisticazione e sanità. «Abbiamo ricevuto un’ispezione per vedere come vengono conservati i vaccini, su utilizzo e gestione delle dosi che non vengono usate durante la seduta di vaccinazione. I Nas hanno visto che tutto si svolge nella maniera più corretta e precisa. Ovviamente, dopo quanto emerso in altre province, c’è il timore che possa esserci un utilizzo improprio dei vaccini, addirittura destinati a un mercato parallelo, ma non è il nostro caso. L’ispezione ha accertato come fosse tutto regolare, anche dal punto di vista della conservazione della registrazione».
© RIPRODUZIONE RISERVATA