Ulss 5, la pandemia scava un buco da 43 milioni nel bilancio 2021

Venerdì 6 Maggio 2022 di Francesco Campi
Ulss 5, la pandemia scava un buco da 43 milioni nel bilancio 2021

ROVIGO -  Il secondo anno dell'era Covid, il primo con la campagna di vaccinazioni, i tamponi di massa, accanto a una massiccia campagna di assunzioni e a un piano di investimenti strutturali imponente, vede i conti dell'Ulss 5 registrare una perdita di 43,8 milioni. Questo dopo che nel 2019 era quasi riuscita a riequilibrare il bilancio con una perdita di 4,3 milioni, meno della metà dei 10,7 del 2018 e soprattutto dei 13,8 del primo bilancio dell'Ulss unica del 2017, dopo che nel 2020, il Covid ha sconvolto tutto e oltre ai suoi effetti più dolorosi dal punto di vista clinico, nonché sociali ed economici, ha portato il bilancio dell'Ulss 5 a meno 24,7 milioni, secondo quella che era stata la proposta di bilancio d'esercizio 2020.

Ed è una proposta anche quella approvata il 27 aprile, perché si tratta di un primo documento contabile che tutte le Ulss hanno inviato alla Regione per un primo quadro ricognitivo, sulla base del quale verranno tarate le risorse. Fra l'altro, proprio in questi giorni la giunta regionale ha approvato le valutazioni sul garantire i Livelli essenziali di assistenza (Lea) rispettando i vincoli di bilancio e parametrati al raggiungimento degli obiettivi assegnati per il 2020 ai direttori generali.

LA PAGELLA

L'Ulss Polesana, guidata da marzo 2021 dal direttore generale Patrizia Simionato, con il punteggio di 91,95 centesimi si piazza al quinto posto dopo l'Ulss Dolomiti, l'Ulss Marca Trevigiana e l'Ulss Serenissima, davanti a Ulss Euganea, Ulss Pedemontana, Ulss Berica e Ulss Scaligera. Il punteggio è formato da 52,95 punti su 60 assegnati dalla giunta, 20 su 20 dalla Conferenza dei sindaci e 19 su 20 dalla quinta commissione regionale Sanità. Nella Proposta di bilancio 2021, emerge una perdita complessiva di 43.878.139 euro di competenza dell'area dei servizi sanitari, perché l'area del sociale, con il valore della produzione passato da 9,8 milioni a 11,5, chiude in pareggio. Nell'area Sanità, invece, il valore della produzione, prevalentemente i contributi regionali e i ricavi per le prestazioni, è arrivato a 533,9 milioni rispetto ai 567,8 del 2020. Ancor più lievitati i costi, passati da 550 milioni del 2020 a 602 dello scorso anno. La spesa per l'acquisto dei beni è cresciuta di circa 5 milioni, quella per servizi di oltre 30, le manutenzioni di un milione, così come gli ammortamenti, mentre il costo del personale di quasi quattro. Del resto nel 2021 sono stati arruolati, dai nuovi primari fino ai contratti di collaborazione per le vaccinazioni, circa 200 lavoratori in più. Più di 10 milioni sono gli accantonamenti del fondo rischi e oneri, passato da 32,1 milioni a 42,3. Solo di tasse è stato pagato un altro milione in più, da 10,9 a 11,9. Senza contare che solo per apparecchiature e macchinari sono stati investiti 8 milioni.

IL COMMENTO

«In questo momento - spiega il direttore amministrativo Urbano Brazzale - ci sono ancora da considerare delle variabili che incideranno sul consuntivo finale perché le erogazioni definitive da parte della Regione verranno stabilite dopo un'ulteriore ricognizione. Quello che va rimarcato è lo sforzo enorme fatto dalla sanità polesana in un anno difficilissimo. Perché ovviamente a far lievitare le spese sono state soprattutto le maggiori necessità imposte dalla risposta all'emergenza pandemica, compreso lo sforzo per il recupero delle prestazioni, sul quale il direttore generale Simionato ha puntato molto. Così come sugli investimenti. Come testimoniano la nuova ala del Pronto soccorso, la rinnovata Anatomia patologica e l'imponente ristrutturazione che ha interessato l'Oncologia. Si tratta dei primi tasselli per un rinnovamento complessivo dell'ospedale di Rovigo con uno stanziamento di quasi 40 milioni da parte della Regione e che ci vede ora impegnati nel progettare la riqualificazione della Pediatria e della Geriatria, per creare un nuovo ospedale dove i pazienti possano trovare nell'aspetto alberghiero oltre che clinico un valore aggiunto».

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