Gli ambientalisti ricorrono a Mattarella per fermare le trivelle in Alto Adriatico

Lunedì 13 Settembre 2021 di Giannino Dian
La campagna contro le trivellazioni ai tempi del referendum, che non raggiunse il quorum

PORTO VIRO Oltre al ricorso al Tar del Lazio per annullare il decreto del ministro dell’Ecologia che dà via libera alle trivellazioni nell’alto Adriatico, inoltrato dall’Ente parco regionale Veneto e dalla Provincia di Rovigo, le associazioni ambientaliste hanno presentato un ricorso straordinario al Presidente della Repubblica: «È un progetto che fa male al clima e va contro leggi nazionali e comunitarie». 
ClientEarth, Legambiente, Lipu-BirdLife Italia, WWF Italia e Greenpeace Italia hanno presentato circa un mese fa un ricorso a Mattarella per chiedere l’annullamento del decreto del Ministero della Transizione ecologica - emanato lo scorso marzo in accordo con il Ministero della Cultura - che dà parere positivo circa la compatibilità ambientale del progetto Teodorico, finalizzato allo sfruttamento di idrocarburi al confine con un’area marina protetta alla foce del Delta del Po, patrimonio dell’Unesco. 
L’Ente parco quindi non è il solo insieme alla Provincia ad agire concretamente sull’annoso problema; e plaude all’iniziativa delle associazioni ambientaliste.

Purtroppo, nessuna iniziativa simile è stata presa da Comuni del territorio e neppure dalla Regione. Molti si chiedono perchè.

IL PROGETTO 
Il progetto, promosso dalla società Po Valley Operations Pty Ltd, sarebbe composto da una piattaforma di sfruttamento del gas, due pozzi e due condutture. “La nuova piattaforma - ricordano i gruppi ambientalisti - si collegherebbe a un’altra già esistente, gestita da Eni. Teodorico sorgerebbe al confine con l’area marina protetta “Adriatico settentrionale veneto - Delta del Po”, istituita per la conservazione di specie protette come il tursiope e la tartaruga marina. Le autorità italiane hanno proposto quest’area come Sito di importanza comunitaria (Sic), o “Sito natura 2000”, ai sensi del diritto Ue. Secondo una legge introdotta nel 2010, le attività offshore legate allo sfruttamento di idrocarburi sono vietate entro 12 miglia dal confine con aree marine protette. Per questa disposizione, dunque, l’autorizzazione concessa al progetto Teodorico andrebbe contro il diritto nazionale e al diritto comunitario”. 
“Il parere positivo dato a questo progetto al confine di un’area protetta, e senza nemmeno valutare che impatto potrebbe avere su di essa, è incomprensibile ed è una palese violazione della normativa nazionale e comunitaria sulla protezione della natura - affermano le organizzazioni ambientaliste - Le autorità italiane hanno l’obbligo di proteggere il patrimonio naturale del Paese non solo per l’importanza storica ed economica che ricopre, ma anche per il ruolo cruciale che gioca nella salvaguardia del nostro futuro. Due crisi parallele minacciano la vita sulla Terra: la crisi climatica e la perdita di biodiversità. Dare la priorità allo sfruttamento dei combustibili fossili rispetto alla protezione della fauna selvatica le aggrava entrambe». 

LA CONTESTAZIONE
Il progetto Teodorico è già stato accolto da proteste e critiche provenienti da tutto lo spettro politico. Un ricorso è già stato presentato dalla direzione del Parco regionale del Po, da nove comuni e dalla Provincia di Rovigo. Si teme inoltre che questo progetto contribuisca ad aumentare ulteriormente il rischio di subsidenza, il progressivo sprofondamento del terreno che già avviene a un ritmo allarmante a causa dello sfruttamento dei combustibili fossili in atto nella regione. Il via libera a Teodorico è infine incoerente con lo sviluppo del piano (“Pitesai”) finalizzato a identificare, sul territorio nazionale, le aree idonee per i progetti legati allo sfruttamento degli idrocarburi. Mentre il piano è in fase di sviluppo, tutte le attività di ricerca e prospezione sono sospese. Sebbene la sospensione non riguardi direttamente il progetto Teodorico, il piano potrebbe rivelare - in attesa del rilascio della concessione di coltivazione di Teodorico - che il sito non è idoneo all’esercizio delle relative attività”. 

Ultimo aggiornamento: 08:17 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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