Tribunale, la nuova sede si sdoppia tra l'ex questura e il palazzo di via Verdi

Giovedì 13 Maggio 2021 di Francesco Campi
RASA AL SUOLO La vecchia sede della questura in via Donatoni sarà abbattuta e per far spazio al tribunale

ROVIGO Tutti d’accordo: nessun Tribunalone ma un Palazzo di Giustizia su due gambe, una, quella storica, in via Verdi, che sarà ristrutturata, e l’altra, da costruire quasi da zero, ma sostanzialmente senza uscire dai limiti imposti dal piano regolatore, nell’ex Questura di via Donatoni. 
Questo il verdetto unanime uscito dalla Conferenza permanente per il funzionamento degli uffici giudiziari in forma, convocata dal presidente del Tribunale Angelo Risi in forma allargata, che si è tenuta ieri pomeriggio in Prefettura ed alla quale hanno partecipato, in videoconferenza, anche il sottosegretario alla Giustizia Francesco Paolo Sisto ed il direttore generale delle risorse materiali e delle tecnologie del Ministero Massimo Orlando. 
UNANIMITÀ
A votare sì i tre membri con diritto di voto, il presidente Risi, il procuratore capo Carmelo Ruberto ed il presidente dell’Ordine degli avvocati Enrico Ubertone. Per il Comune di Rovigo era presente il vicesindaco Roberto Tovo, al tavolo, oltre al Prefetto Maddalena De Luca, anche il direttore della Direzione Regionale dell’Agenzia del Demanio Edoardo Maggini e l’ingegner Domenico Menale, uno dei due tecnici incaricati dal ministero di eseguire la perizia sulle possibili aree utilizzabili. Il punto di caduta, una sorta di ipotesi “uno bis” della perizia, non sorprende più di tanto, visto che questa era stata da più parti accreditata come l’unica via percorribile, in grado di contemperare tutti gli interessi in campo. Ora, il verbale della Conferenza sarà trasmesso al Ministero della Giustizia, cui spetta la decisione finale, che pare comunque già presa. Sarà il Ministero, poi, ad incaricare il Demanio della realizzazione dello studio di fattibilità in tempi più rapidi possibili. Nella perizia non c’è una stima effettiva per questa soluzione, a cavallo fra quelle indicate come A e B. Il problema legato al rispetto dei vincoli urbanistici, sembra poter essere risolto con una distribuzione non impattante delle cubature, in modo da arrivare ad almeno 5.500 metri quadrati, molti meno dei 9.000 del progetto bocciato dalla Regione per la Guardia di Finanza. A fronte di un risparmio di 284 mila euro di locazioni, l’ipotesi è di una spesa fra gli 8 e i 16 milioni di euro, e di una tempistica fra i 70 e i 100 mesi. 
UFFICI E ARCHIVI
Nell’attuale sede di via Verdi, secondo il piano al quale dovrà ora fare seguito la progettazione dettagliata, troveranno posto gli uffici del Giudice di Pace, attualmente a Palazzo Costato, in Corso del Popolo 261, in locazione dalla società immobiliare Althea ad un canone annuo di 96mila euro, gli Uffici notifiche esecuzioni e protesti, Unep, che ora hanno sede in via Mazzini, al numero 3, e in vicolo All’Ara, in locali in affitto da privati, per circa 450 metri quadrati totali, oltre a tutti gli archivi, ora sparsi fra via Grandi e San Sisto, circa 1.600 metri quadrati. La superficie utile dell’attuale sede del Tribunale è di 5.900 metri quadrati. Troverebbe quindi spazi per allargarsi, senza spostarsi, la sede dell’Ordine degli avvocati, mentre la grande aula Ambrosoli, al piano terra, verrebbe trasformata in un auditorium per conferenze, corsi di formazione e cerimonie. Il vero e proprio Palazzo di Giustizia, troverà invece posto nell’area dell’ex Questura, dove verranno realizzati spazi per aule, sezione penale, sezione civile, che ora è in parte ospitata a Palazzo Paoli, in via Mazzini, nei 1.200 metri quadrati con un canone annuo di 76.500 euro, nonché Procura e anche uffici della polizia giudiziaria, che sono al momento in un’ulteriore sede distaccata, sempre in via Mazzini, di proprietà del Comune. La superficie attuale dell’ex Questura, che si articola in sei fabbricati, è di 5.000 metri quadrati. Solo il blocco storico all’ingresso di via Donatoni è vincolato e resterà in piedi. Il resto, invece, verrà raso al suolo e riedificato. Ma nessun ecomostro così come paventato quando si ventilavano soluzioni fino a sei piani. Tuttavia, parte della maggioranza aveva sollevato obiezioni a questa ipotesi anche dal punto di vista urbanistico, come sull’accessibilità e su un “effetto ingessatura” del centro storico. Insomma, una soluzione di compromesso dato che l’unico pronunciamento del consiglio comunale, nel febbraio 2020, era stato per il Tribunale in centro storico. Il Demanio, ieri, ha poi definitivamente chiuso la porta alla Caserma Silvestri, ricordando che è stata elaborata una progettualità con uno stanziamento del Mef di 33 milioni di euro.
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Ultimo aggiornamento: 07:28 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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