ROVIGO - Un’udienza come tante.
Poi, improvvisamente, la routine viene sconvolta: l’accusato accusa un malore, si accascia, apparentemente privo di sensi. Il primo a cercare di soccorrerlo è il giudice stesso, Raffaele Belvederi, che prova a sentire se respira e se ha battito. Sembrerebbe di no, in ogni caso parte immediatamente la chiamata al Suem. In collegamento telefonico con l’operatore del 118 il giudice inizia a eseguire le prime manovre rianimatorie, un massaggio cardiaco. La preoccupazione inizia a serpeggiare in tutto il Tribunale.
Sono le 9.50 e tutto è in pieno andamento, c’è il solito affollamento mattutino anche se il clima, caldo a parte, sembra più disteso del solito. Anche perché, di fatto, ieri era “l’ultimo giorno di scuola”, visto che proprio oggi sono iniziate le “vacanze giudiziarie” con la pausa delle udienze fino a settembre, a esclusione di quelle che non rientrano nel regime di sospensione feriale. Momenti concitati fino all’arrivo dell’ambulanza, in tempi abbastanza rapidi. In realtà l’uomo, dal controllo dei sanitari del 118, non è apparso avere una sintomatologia preoccupante, al punto che è stato sì trasportato in ospedale e sottoposto ad accertamenti, ma con il codice 1, quello di minore gravità.
Il giudice Belvederi, di fronte al plauso per la prontezza ricevuto da colleghi e operatori che hanno assistito alla scena, sembra quasi schernirsi: «Ho fatto niente di particolare, non so nemmeno se stesse davvero male, né se ho eseguito correttamente il massaggio cardiaco». In ogni caso non si può dire che il giudice non abbia fatto di tutto per “salvare” l’uomo che doveva giudicare.
Profilo Abbonamenti Interessi e notifiche Newsletter Utilità Contattaci
Logout