L'ex sede della Banca d'Italia e altri due palazzi per ospitare il tribunale

Mercoledì 6 Gennaio 2021 di Alberto Lucchin
La ex sede della Banca d'Italia a Rovigo in via Domenico Piva

ROVIGO Un’ex banca a prova di “sommossa popolare” e un palazzo “trasparente” per il tribunale di Rovigo. Sono attualmente due le ipotesi sul tavolo dell’Amministrazione Gaffeo per offrire alle toghe un nuovo palazzo di giustizia: la più costosa prevede la realizzazione di uno nuovo stabile in via Dante, mentre quella più “economica” mira a traslocare le aule nel palazzo di vetro della Regione in viale Regina Margherita e nell’ex Banca d’Italia di via Domenico Piva, oltre che in una porzione della sede distaccata della Provincia.
La seconda ipotesi è quella con più probabilità di essere realizzata, visto che le spese sarebbero inferiori e si arriverebbe al recupero di un palazzo e mezzo.

Uno perché chiuso da almeno 15 anni, l’altro mezzo perché la sede locale della Regione è sottoutilizzata, semivuota, e l’Inps, il proprietario, da voci di corridoio pare veda già di buon occhio l’affare con il ministero della Giustizia.

CITTADELLA DELLA GIUSTIZIA
I problemi nella realizzazione di questa “cittadella della giustizia” a dieci minuti a piedi dalle piazze del centro, però, sono due: gli stabili, per quanto distino poche decine di metri, sono separati, mentre il ministero vorrebbe ci fosse un’unica sede, e poi la carenza di posti auto: vi è solo l’area ex Val di Susa sul retro, ma piena di auto dei pendolari che vanno in stazione. Su quest’ultimo aspetto, tuttavia, va ricordato che secondo le intenzioni del sindaco, alla stazione stessa dovrebbe sorgere il nuovo terminal dei pullman con relativo ampio parcheggio per i pendolari. Senza dimenticare che nella zona c’è anche l’area di Asm, l’altro spazio su cui l’amministrazione sta giocando la complicata partita del trasloco del tribunale. Gaffeo aveva abbozzato l’idea di realizzarvi dei posti auto a disposizione sempre dei pendolari del treno. Insomma, in termini di parcheggio le opportunità non mancano, offrendo alla fine dei conti forse persino più posti auto di quelli che potrebbero servire.


TRATTATIVA AL MINISTERO
Su entrambi i progetti sta ora ragionando il ministero: le trattative politiche sono messe da parte e d’ora in poi saranno gli uffici dei rispettivi enti a dialogare. Le esigenze delle toghe sono chiare da anni: serve uno spazio di almeno diecimila metri quadri calpestabili senza più sedi distaccate in giro per la città, che a oggi creano un problema ai dipendenti per la trasmissione dei documenti e delle comunicazioni tra uffici. Il fatto che finalmente ci sia stato un colloquio tra Gaffeo e gli uffici romani è un passo avanti che lo stesso sindaco aveva auspicato da inizio autunno. Lo dice anche un’altra interlocutrice della riunione avvenuta lo scorso 30 dicembre in teleconferenza, il prefetto Maddalena De Luca.

VIDEOCONFERENZA
«Se è un passo avanti nella risoluzione del problema? Sicuramente è stato affrontato in maniera concreta, non so dire quanto ci si sia avvicinati alla soluzione, ma qualcosa è finalmente stato fatto - assicura il prefetto - il ministero ha ribadito la sua determinazione, spiegando che i tempi dovranno essere rapidissimi».

ALTERNATIVE SCARTATE
Durante l’incontro è stata messa anche una pietra tombale su due ipotesi che soprattutto in campagna elettorale, hanno catalizzato il dibattito sul tribunale: «È stato chiarito una volta per tutte quali sono le due soluzioni impraticabili: l’ex carcere, sul quale peraltro la ditta si è già aggiudicata i lavori di ristrutturazione che partiranno a breve, e l’ex caserma Silvestri».
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