ROVIGO/VERONA - Cinque minorenni sono stati lasciati a terra dall’ultimo treno serale da Verona perché non è stato consentito loro di fare il biglietto a bordo e ora un genitore adirato sporgerà querela nei confronti della capotreno.
L’episodio che viene segnalato da un padre sconcertato dall’accaduto si è verificato domenica sera, quando cinque ragazzi tra i 16 e 17 anni dovevano rientrare a Lendinara dopo una giornata trascorsa insieme a Verona per svagarsi e fare un po’ di shopping. «Avrebbero dovuto salire sul treno regionale 91527 della linea Verona-Rovigo (che si trova anche nella gestione di Sistemi territoriali, ndr), che parte da Verona Porta Nuova alle 19.56 e fa tappa alle 21.16 a Lendinara - spiega il padre di uno dei ragazzi - era l’ultimo treno della giornata, dopo non ce ne erano altri.
OPPORTUNITÀ NEGATA
Una possibilità che «Trenitalia ha sempre previsto per i treni regionali - sottolinea il genitore», e in effetti nel sito web dell’azienda si legge che “per i treni regionali di norma l’acquisto o la convalida dei biglietti a bordo può essere fatto pagando una maggiorazione e avvisando il capotreno all’atto della salita”. Cosa che il gruppo di adolescenti ha fatto, stando al racconto. È da appurare, però, se il treno e dunque il personale fosse gestito da Sistemi territoriali che prevede eguale possibilità con maggiorazione di 5 euro.
«Avevano i soldi in contanti, hanno chiesto per favore di poter fare il biglietto pagando il sovrapprezzo, ma la capotreno non ha acconsentito e li ha fatti scendere, dicendo loro di andare a comprare i biglietti alla biglietteria e prendere il treno successivo. Quello, però, era l’ultimo treno della giornata, i ragazzi non avrebbero avuto modo di tornare fino alla mattina seguente. Di conseguenza ho preso la macchina e sono andato a Verona a prenderli».
L’ACCUSA
Un disagio derivato da un diniego che appare immotivato al gruppo di adolescenti e alle loro famiglie. «La Polizia ferroviaria - conclude il padre - mi ha detto che è a discrezione del personale consentire o meno di fare il biglietto a bordo, a me però non risulta che sia così e non capisco perché siano stati lasciati in stazione dei ragazzi pronti a pagare un regolare biglietto con supplemento, se non c’era tempo di farlo alla biglietteria ed essendo previsto l’acquisto sul treno. La capotreno ha deciso di non farli salire nonostante avessero i soldi per pagare. È un fatto molto grave, non si può lasciare a piedi cinque minorenni in una città a 70 chilometri da casa».
Per quanto accaduto il genitore ha intenzione di sporgere querela nei confronti della capotreno, entro il termine di 90 giorni previsto dalla legge, assistito dall’avvocato Federico Donegatti.