Diritti di pesca, il Tar dà ragione al consorzio pescatori, annullati provvedimenti della Provincia

Venerdì 3 Dicembre 2021 di Anna Nani
Pescatori nella laguna di Scardovari

PORTO TOLLE - Con una sentenza del Consiglio di Stato e una del Tribunale amministrativo si chiude la partita tra il Consorzio pescatori del Polesine e la Provincia di Rovigo. Nel giro di dieci giorni sono infatti arrivati ben due provvedimenti favorevoli. Il primo in accoglimento delle tesi difensive degli avvocati del Consorzio che respinge l’istanza di sospensione avanzata dalla Provincia sulla sentenza che lo stesso Consiglio aveva emesso a gennaio in materia di giurisdizione.

La seconda pronuncia è stata invece emessa dal Tar a fine novembre accogliendo il ricorso della struttura consortile. Come si legge nell’atto: “Ordina alla Provincia di dare esecuzione alla predetta sentenza provvedendo come in motivazione entro il termine di 90 giorni decorrenti dalla data di ricezione della comunicazione in via amministrativa”. 

PROVVEDIMENTI ANNULLATI
Il Tribunale amministrativo ha altresì annullato considerandoli illegittimi i provvedimenti della Provincia con cui l’ente negava il rilascio del nulla osta ai permessi. Il Tar ha quindi ordinato lo scorrimento della graduatoria dei permessi di pesca con conseguente condanna dell’ente pubblico al pagamento delle spese legali sostenute dall’azienda di Scardovari. Si tratta senz’altro di una buona notizia per la quarantina di persone coinvolte che attendono ancora dal 2020 di poter andare a lavorare nelle lagune deltine; ora è da vedere se la Provincia sarà così sollecita nell’eseguire la sentenza o se lascerà passare i 90 giorni che ha a disposizione, impedendo ai pescatori coinvolti di sfruttare il mese di dicembre, uno dei più floridi per l’intero comparto. Le pronunce arrivate nelle ultime settimane vanno a mettere fine al lungo braccio di ferro che si protrae dalla battaglia per i diritti esclusivi di pesca che sono stati assegnati per 15 anni in capo alla struttura consortile. Il Consorzio, visto il rifiuto della Provincia di rilasciare i permessi, si era rivolto al Tribunale amministrativo che a luglio 2020 aveva dichiarato vi fosse un difetto di giurisdizione del Giudice amministrativo, rimettendo le parti al Tribunale ordinario. 

BRACCIO DI FERRO
Gli avvocati dell’azienda ritenendo che la cosa avrebbe dilatato troppo i tempi hanno quindi interpellato il Consiglio di Stato che ha accolto la tesi difensiva del Consorzio statuendo che la competenza fosse del Tar. Dopo alcuni tentativi di mediazione andati a vuoto mentre la Provincia si rivolgeva alla Cassazione contro la sentenza del Consiglio di Stato, il Consorzio metteva in campo una nuova causa davanti al Tribunale amministrativo che ha dato ragione ai pescatori. «Se fosse interesse della Provincia agire nel pieno rispetto delle norme di legge e salvaguardare il diritto al lavoro dei pescatori e gli interessi economico sociali di un sistema che fonda la sua economia sulla pesca, avrebbe dato esecuzione immediata e spontanea alla sentenza emessa in primo grado dal Tar del Veneto», commenta l’assessore alla pesca Tania Bertaggia, che fa parte della squadra di legali che con Giampietro Berti e Federico Carricato ha seguito l’intera vicenda.
«Così non è stato, ma ha ancora la possibilità di dimostrare di voler sostenere i pescatori ottemperando senza indugio e immediatamente alla sentenza emessa dal Tar il 30 novembre, senza attendere il decorso del termine di 90 giorni assegnato – conclude Bertaggia -. Il rilascio immediato del nulla osta ridarebbe una speranza e possibilità di reddito ai pescatori privi di lavoro, che potrebbero esercitare attività di pesca in dicembre, uno dei mesi più proficui dell’anno tenuto conto delle festività natalizie».

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