Tutti in fila all'ora dello spritz per i test a tappeto con tamponi di terza generazione

Domenica 7 Marzo 2021 di Roberta Merlin
TAMPONI IN PIAZZA Giovani e non solo ieri si sono sottoposti allo screening in centro storico

ROVIGO Lunga fila di cittadini, non solo giovani, ma anche diversi anziani ieri pomeriggio davanti alla tenda allestita dalla Protezione Civile e dalla Croce Rossa per sottoporsi allo screening per la ricerca del Covid, organizzato dalla Regione con la collaborazione dall’Università di Verona. Rovigo e Belluno, infatti, sono stati le ultime due tappe del tour di test eseguiti, da gennaio ad oggi, nelle piazze della movida delle città venete per lo studio dell’impatto del virus sulla popolazione dai 18 ai 35 anni.
I RISULTATI
In due ore, nella piazza del capoluogo polesano, ieri sono stati effettuati 161 tamponi, risultati tutti negativi. Il record delle adesioni era stato raggiunto solo da Verona, dove il team di sanitari ha eseguito ben 230 test rapidi, anche lì con zero positività. Tamponi di terza generazione, con un’attendibilità che si attesta intorno al 97%. Lo screening all’ora dell’aperitivo aveva infatti lo scopo di raggiungere i giovani asintomatici che, spesso, si contagiano abbassando la mascherina in occasione degli incontri con gli amici, magari non rispettando le distanze di sicurezza. Contagi che, nelle ultime due settimane, sembrano in crescita a causa delle varianti. «Secondo i dati fino ad ora raccolti possiamo confermare che la variante inglese è più contagiosa, si trasmette più facilmente – ha spiegato ieri la direttrice della Sezione Malattie infettive dell’Università di Verona Evelina Tacconelli, coordinatrice della ricerca sull’incidenza del virus sulle piazze venete - Se però vi è il rispetto della distanza sociale, l’uso delle mascherine e la puntuale igienizzazione delle mani, ci si può difendere bene dalle varianti».
L’ATTESA DEL VACCINO
Anche il vaccino, secondo quanto spiega l’infettivologa dell’Università di Verona, sembra essere efficace contro i nuovi volti che ha assunto il virus. «Gli ultimi rapporti relativi ai paesi dove c’è una percentuale elevata di copertura ci dicono che il vaccino protegge anche contro le varianti - ha spiegato la Tacconelli - Anche chi si è ammalato dopo avere ricevuto la profilassi ha manifestato una sintomatologia lieve e ha risposto alle cure».
LO SCREENING
In attesa della possibilità di un’ampia difesa contro il virus, fondamentale è però individuare i contagiati, soprattutto se asintomatici, anche se non sempre chi sta bene è disposto a sottoporsi al test. «Nelle diverse città in cui siamo stati – ha spiegato la dirigente dell’Università scaligera - abbiamo trovato molte persone interessate a partecipare allo screening. La settimana scorsa si è presentato al nostro stand anche un bambino di 5 anni che voleva andare a trovare finalmente il nonno. Ci siamo davvero commossi». L’adesione nei centri veneti alla ricerca dell’Università di Verona e Padova ha visto diverse variabili, come l’età dei presenti in quel momento in città, la media però delle positività ha sempre rispecchiato la diffusione del virus rilevata dalle aziende sanitarie locali.
POCA PRUDENZA
E sulla movida, la direttrice delle Malattie Infettive di Verona, scuote la testa: «Anche qui a Rovigo vedo tavolini troppo vicini – Purtroppo, come in tutte le città, ci sono esercenti che hanno rispettato alla lettera il Dpcm e altri invece che non lo hanno fatto, creando situazioni di pericolo. Per colpa però di quest’ultimi, paga anche chi è ligio. Se tutti avessero rispettato le regole, non sarebbe stato necessario chiudere. Bar e i ristoranti, anche in questa fase, avrebbero potuto continuare a lavorare, osservando il Dpcm».
Ieri in piazza era presente anche il nuovo direttore delle Malattie Infettive dell’Ulss 5 Massimiliano Lanzafame e Annarita Mazzariol, della Microbiologia dell’Università di Verona. «A Rovigo e a Trecenta ho trovato un’eccellente organizzazione – ha spiegato Lanzafame - I casi sono in aumento, sulle varianti sono però cauto». «Tanti giovani oggi hanno aderito allo screening in piazza Vittorio - sottolineano gli assessori comunali Mirella Zambello e Patrizio Bernardinello - Un ringraziamento a tutta l’equipe che ha effettuato i test e ai volontari della Croce Rossa e della Protezione Civile che ne hanno permesso lo svolgimento».
Le prime, ieri, a mettersi in fila per sottoporsi al test, due 18enni di Lendinara, Jasmine e Gaia: «Eravamo in centro per l’aperitivo e abbiamo deciso di fare il tampone. E’ giusto controllarsi, anche per mettere in sicurezza i nostri familiari. Se scopriamo di essere positive ce ne andremo subito a casa. Pazienza per l’aperitivo: la salute prima di tutto».
© RIPRODUZIONE RISERVATA

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