Tamponi, metà farmacie del Polesine sono pronte per fare i prelievi

Domenica 22 Novembre 2020 di Roberta Merlin
Tamponi eseguiti nelle farmacie
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ROVIGO - Tamponi per la ricerca del Covid in farmacia? Anche a Rovigo, a breve, potrebbe diventare realtà. Il 50% delle farmacie del Polesine ha dato infatti la disponibilità di spazi per erogare il servizio di screening. Secondo un primo sondaggio condotto nei giorni scorsi da Federfarma, in provincia di Rovigo una farmacia su due si è detta pronta a collaborare con la Regione per effettuare i test antigenici rapidi per la ricerca del virus Sars-CoV-2. Si tratta degli stessi tamponi che stanno già eseguendo i medici di medicina generale.
PROGETTO REGIONALE
Il progetto è in fase di definizione, il via libera della Regione dovrebbe infatti arrivare entro dicembre. Le farmacie del Veneto potrebbero dunque trasformarsi in tanti Covid-Point con gazebo esterni dove sarà possibile effettuare il tampone per la ricerca del Coronavirus. «Non c’è ancora l’accordo con la Regione – spiega la presidente di Federfarma Rovigo, nonché vicepresidente regionale dell’associazione che riunisce i proprietari di farmacia, Claudia Pietropoli - La settimana scorsa è stato aperto un tavolo con la Regione per discutere di questa ipotesi. Abbiamo dunque avanzato un’indagine tra le farmacie della per raccogliere una prima percentuale relativa alle adesioni. Il 40% dei proprietari di farmacia in Veneto, ossia circa 500 attività, ha dato la disponibilità al progetto. In Polesine l’adesione, in percentuale, è stata ancora più importante, ossia tra il 49% e il 50%, corrispondenti a oltre 40 farmacie private».
PROTOCOLLO DEFINITO
Il protocollo per l’effettuazione dei tamponi in farmacia è già pronto. «Sono previsti percorsi dedicati per chi deve sottoporsi al test – spiega Pietropoli -, evitando dunque incroci con il resto della clientela. Ci saranno, in pratica, entrate e uscite ben distinte per evitare ogni contatto con i clienti della farmacia. Il “Covid Point” potrà essere collocato all’interno della farmacia oppure, meglio ancora, se gli spazi non lo consentono, all’esterno anche tramite gazebo. Oppure potrà essere effettuato in auto col sistema “drive in” giù utilizzato dalle Ulss».
PRESCRIZIONE OBBLIGATORIA
Il progetto prevede che i pazienti accedano alla farmacia muniti di prescrizione del medico di medicina generale che avrà valutato l’opportunità di fare eseguire il test al soggetto interessato. Si potrà, inoltre, effettuare il tampone solo su prenotazione. Il problema da risolvere però, prima di avviare l’ambizioso progetto del tampone rapido in farmacia, è il nodo del personale. «Servono infermieri – spiega Pietropoli - I farmacisti sono, infatti, ancora in attesa dell’abilitazione da parte del Ministero per la somministrazione dei tamponi. Le farmacie che aderiranno al progetto dovranno dunque procurarsi il personale infermieristico per effettuare i test». «Per quanto riguarda Federfarma – spiega la vicepresidente veneta - abbiamo già avuto un primo contatto con l’Ordine delle professioni infermieristiche. In questo momento, la richiesta è sicuramente molto elevata, la maggior parte degli operatori sono infatti al lavoro nelle strutture ospedaliere e nelle Rsa. Ma è comunque un problema che potrebbe essere superabile stipulando accordi con le associazioni degli infermieri».
IL NODO DEI COSTI
C’è poi la questione costi a carico delle farmacie, quali l’adeguamento delle strutture, la sanificazione degli ambienti e adeguati dispositivi di sicurezza. Punti sul tavolo della Regione sui quali si dovrà arrivare a un accordo prima del via libera al progetto del tampone in farmacia. «A carico delle farmacie ci saranno costi importanti – sottolinea Pietropoli – Dovremo infatti procuraci, a differenza dei medici di medicina generale, gli infermieri per la somministrazione dei tamponi rapidi. La Regione dovrà tenere conto di questa spesa aggiuntiva». I tamponi rapidi potranno essere eseguiti in regime convenzionato e sarà la Regione a indicare con quali modalità le farmacie verranno coinvolte nell’attività di screening. «Grazie alle farmacie - conclude la Pietropoli - il sistema di controllo sul Covid diventerà ancora più capillare, a conferma dell’importante ruolo delle farmacie del territorio nell’erogazione dei servizi in coordinamento con le Ulss».
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