Tampone al camionista di Meolo morto dopo un malore a Bosaro

ROVIGO Ulteriori accertamenti sulla morte improvvisa del 41enne camionista di Meolo Andrea Trevisiol. In primis quello dell’eventuale positività al Covid, poi forse anche un’autopsia. Il decesso dell’uomo che lavorava per il colosso Amazon di Castelguglielmo e da un mese alloggiava proprio nella Locanda di via Nazionale, è stato comunicato al pubblico ministero di turno, il sostituto procuratore Valeria Motta, che ha subito espresso l’intenzione di voler fare piena luce sulla tragedia compiutasi la mattina del primo dicembre. Non perché vi siano elementi da far pensare a una morte per cause diverse da un malore, ma la causa del decesso, tuttavia, al momento sembra un elemento meritevole di essere chiarito.
È emerso infatti un particolare sulle condizioni di salute del 41enne, che nella giornata di sabato aveva spedito un messaggio ai titolari della Locanda e aveva lamentato dolori alle gambe e qualche linea di febbre. L’uomo sembrava preoccupato, ma nei giorni successivi non avrebbe contattato nessun medico, né si sarebbe presentato a un punto ad accesso diretto per sottoporsi al tampone. 
La Locanda del Sorriso proprio in queste settimane ha dovuto chiudere per l’emergenza Coronavirus, dopo che il cuoco è risultato positivo al Covid-19, mentre i tamponi effettuati sugli altri lavoratori hanno dato esito negativo. Il ristorante è chiuso dal 13 novembre, ma cucina e sale sono del tutto separati dalle camere, dove alloggiavano fino a martedì due soli ospiti, uno dei quali, proprio lo sfortunato camionista stroncato da un malore. Trevisiol era arrivato da circa un mese, trovando comoda la struttura anche per la sua vicinanza con il polo Amazon di Castelguglielmo, ed era in possesso delle chiavi per entrare e uscire.
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