Stuprata per una faida familiare tra rom. La difesa: «Tutto falso»

Mercoledì 3 Maggio 2017
Stuprata per una faida familiare tra rom. La difesa: «Tutto falso»
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ROVIGO - Furti, litigi, amori, vendette e un'accusa pesantissima, quella di aver violentato una 21enne per una sorta di regolamento di conti fra famiglie dopo un colpo messo a segno insieme nel 2015 e un dissidio scaturito al momento della divisione del bottino. Rocky Ahmetovic, 18 anni, e il padre Alessandro, 37, di etnia rom, stanziali a Badia Polesine, attualmente si trovano custodia cautelare in carcere con le accuse di rapina, sequestro persona e violenza sessuale. A puntare il dito contro di loro, una 21enne che ha raccontato come la notte tra il 30 e il 31 marzo i due avrebbero fatto irruzione nella sua roulotte e, dopo averla portata via con la forza e chiusa in un furgone, avrebbero abusato sessualmente di lei, strappandole la preziosa collana che portava al collo prima di lasciarla andare. Il tutto si sarebbe verificato nelle vicinanze dell'aeroporto di Reggio Emilia. L'ipotesi accusatoria è che la violenza sia stata una vendetta contro il padre della 21enne che avrebbe tenuto per sé una parte dei gioielli che erano stati rubati, superiore rispetto a quanto pattuito prima di mettere a segno il colpo. La difesa, però, cerca di ribaltare la prospettiva. Sarebbe, infatti, proprio l'accusa di stupro, che secondo questa lettura sarebbe priva di fondamento, a essere usata come vendetta dalla 21enne ai danni dei due uomini ritenuti colpevoli di aver fatto finire suo padre in carcere.
 

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