«Via quelle statue moderne e il totem elettronico dalla piazza: sono una mostruosità». Consigliere polemico sul progetto

Venerdì 16 Luglio 2021 di Moreno Tenani
Veduta della piazza di Crespino

CRESPINO - «Statue che richiamano il mito di Fetonte, pseudo sculture piazzate qua e là in paese, fioriere, luci innaturali, totem elettronici: una mostruosità di cattivo gusto». È drastico il giudizio di Massimo Finotti, capogruppo della minoranza consiliare che stronca senza possibilità di appello il progetto di promozione turistica con il quale la Giunta di Crespino vuole riqualificare piazza Fetonte, il salotto buono del centro abitato. «Da qualche settimana – dichiara – sono state installate quattro statue in vari punti di Crespino, dell’altezza di circa un paio di metri, rappresentative (?) del mito di Fetonte. L’intervento fa parte di un progetto volto a riqualificare la nostra piazza. Prevista anche l’installazione di un totem elettronico, con la pretesa di illustrare velocemente e superficialmente quella che è la nostra storia, oltre a un paio di mega fioriere in cemento e l’illuminazione del municipio con i colori della bandiera italiana». 

IL PROGETTO

Il progetto “Nel segno di Fetonte”, contratto nell’acronimo “Via verde del Po”, è stato licenziato dalla Giunta nell’ottobre scorso con per la promozione turistica del territorio. È inserito nel Programma di sviluppo rurale per il Veneto 2014-202, finanziato dal Gal Delta del Po con un contributo di 54.594 euro su una spesa preventivata di 70.000. «Per cercare di fermare questa scelleratezza avevo già scritto al Comune, senza ovviamente alcun riscontro, e alla Soprintendenza di Verona per esporre le mie perplessità sui contenuti del progetto, non confacente, a mio avviso, a bellezza, armonia e straordinarietà della nostra piazza, una delle più caratteristiche del Polesine, già pesantemente compromessa dall’installazione di due colonnine di ricarica elettrica. Piazza Fetonte – aggiunge ancora Finotti - è un monumento in sé e non un contenitore da riempire. Non riconoscere questa realtà denota la mancata consapevolezza del valore intrinseco di questa straordinaria architettura». 
Un’ultima annotazione del capogruppo dell’opposizione tocca l’impegno economico: «L’intero progetto costa 70mila euro, di cui 15mila finanziati con fondi propri di bilancio. Avevo suggerito in origine di rivolgere questi fondi alla riqualificazione di via Trento, che versa in condizioni pietose. Anche qui nessun ascolto». 
 

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