Sono arrivati i vaccini, salve le somministrazioni delle seconde dosi

Giovedì 21 Gennaio 2021 di Francesco Campi
NUOVA FORNITURA Le seconde dosi dei vaccini Pfizer sono arrivate all'Ulss 5 polesana

ROVIGO Finalmente, seppur pesantemente ridotta, ieri è arrivata la nuova fornitura di vaccini Pfizer-Biontech che consente di andare avanti senza intoppi, almeno per ora, con la somministrazione delle seconde dosi a quanti hanno già ricevuto la prima. Il vaccino Pfizer, infatti, prevede un richiamo dopo tre settimane per far sì che si produca l’immunità al virus. La campagna vaccinale è subito partita forte: dopo la giornata inaugurale, simbolica, con i primi 40 vaccinati nel V-Day a Trecenta, che hanno già ricevuto la seconda dose domenica scorsa, già il 31 dicembre erano stati vaccinati 420 operatori sanitari e altrettanti il 2 gennaio. Per i primi oggi è in programma la seconda somministrazione, per i secondi è in agenda sabato, mentre fra domenica, lunedì e martedì scadono i 21 giorni per i circa 750 vaccinati nelle prime Rsa. E così giorno dopo giorno, seguendo l’alto ritmo tenuto dal Polesine nelle prime somministrazioni.
Le scorte, rimpinguate dalle 1.200 dosi arrivate ieri, consentono di far fronte a queste prime necessità senza problemi, anche se per proseguire senza patemi è necessario che la fornitura della prossima settimana arrivi senza tagli rispetto alle 2.500 dosi previste e soprattutto, senza eccessivi ritardi. «Confermo che è giunta una fornitura pari a un terzo di quella precedente - ha sottolineato ieri il direttore generale dell’Ulss Polesana Antonio Compostella - ma confido che dalla prossima settimana le forniture siano regolari. Con questi numeri, l’Ulss 5 è comunque in grado di garantire le seconde dosi di vaccino a chi è stata inoculata la prima dose».
PROGRAMMI RICALIBRATI
La fornitura arrivata ieri, secondo quella che era la tabella di marcia prevista, doveva giungere lunedì e il numero di dosi preventivate era pari a 3.500. Invece Pfizer ha unilateralmente tagliato e ritardato le consegne in tutta Europa, spiegando che questo era necessario per adeguare la propria produzione. Per il Polesine ha significato 2.300 dosi in meno questa settimana. «Torneremo al calendario iniziale di distribuzione all’Ue a partire dalla settimana del 25 gennaio, con un aumento delle consegne dalla settimana del 15 febbraio - ha sottolineato in una nota l’azienda farmaceutica americana - per farlo, alcune modifiche al processo di produzione sono ormai necessarie».
La speranza è che davvero non ci siano altre sorprese, anche se con la situazione vissuta in questi giorni, si è creata un po’ di tensione e soprattutto sono stati scombinati i delicati piani organizzativi delle aziende sanitarie. Con la cosiddetta Fase 1-B, che è quella che interesserà tutta la popolazione a partire dagli ultraottantenni, i donatori di sangue e le categorie più a rischio, che a questo punto sembra slittare dai primi giorni di febbraio alla seconda metà del mese. Al momento le persone che in Polesine hanno ricevuto la prima somministrazione di vaccino, con il dato aggiornato a martedì sera, sono arrivate a 7.474, 3.569 fra ospiti e operatori delle Rsa e 3.905 tra gli operatori sanitari dell’Ulss 5, del territorio e delle strutture private accreditate. Il balzo in avanti, nonostante lo stop che era stato deciso per conservare un numero maggiore di dosi, è stato dovuto al fatto, ha spiegato martedì Compostella, che l’Ulss aveva “prestato” 780 dosi a un’altra azienda e che questa le ha restituite già scongelate, rendendo quindi necessaria la somministrazione nel giro di cinque giorni, perché questo è il tempo di conservazione una volta rotta la catena del freddo a meno 80 gradi. Il piano vaccinale si è dovuto interrompere, con parte degli operatori sanitari finiti in coda, proprio per stoccare il maggior numero di dosi in vista dei necessari richiami.
LE ADESIONI
Dal punto di vista dell’adesione, fra gli ospiti delle Rsa sono stati vaccinati il 95% di quanti erano stati inseriti in lista, non sono stati vaccinati per esempio i tanti positivi, che in questi giorni, solo nelle case di riposo, hanno oscillato sopra quota 200 unità, mentre per gli operatori delle Rsa il tasso di somministrazione è stato pari all’83%, con ben un 9% di dissenso. Tuttavia un dissenso non marginale, il 6%, si è registrato anche fra il personale dell’Ulss. «Fintanto che la situazione è quella attuale, con l’adesione volontaria - è stata la sottolineatura di Compostella - possiamo lavorare sul convincimento. Vaccinarsi, a fronte di questa pandemia e di ciò che ha determinato in termini di sofferenze, rischi e problemi, credo che sia un’opportunità per il singolo e un atto di responsabilità collettiva».
 

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