Turbolenze in Comune. Il Pd batte cassa e ora pretende due assessori

Lunedì 17 Ottobre 2022 di Francesco Campi
Turbolenze in Comune. Il Pd batte cassa e ora pretende due assessori

ROVIGO - Maggioranza di nuovo in fibrillazione con il Pd che chiede di indicare due nuovi assessori e sembra pronto a rompere il patto che regge l'amministrazione, rivendicando mani libere in una sorta di appoggio esterno alla Giunta guidata da Edoardo Gaffeo. Passate le elezioni, che per il centrosinistra sono state tutt'altro che soddisfacenti, ma delle quali curiosamente il Pd polesano dà una lettura positiva, e passate anche le nomine del consiglio di bacino dei rifiuti, tornano a galla le crepe di un tempo. Quelle che a stento il facilitatore nominato dal Pd nazionale, l'ex sindaco di Vicenza Achille Variati, era riuscito a tamponare.


LE CREPE
Crepe riemerse in occasione delle nomine nelle partecipate nel luglio di un anno fa, dopo che a giugno l'assessore in quota Pd Patrizio Bernardinello si è dimesso, con Viabilità e Sicurezza tornate al sindaco.

Crepe emerse alle elezioni provinciali di dicembre con la contrapposizione fra l'area civica di centrosinistra ed il Pd, la prima alleatasi con la galassia più o meno civica di area leghista e parte dello stesso Pd, il secondo con Forza Italia e Fratelli d'Italia. Crepe che tornano a mostrarsi. Mercoledì il segretario comunale Giacomo Prandini ed il presidente del circolo rodigino Diego Crivellari, hanno incontrato il sindaco rivendicando la nomina non solo dell'ottavo assessore, il sostituto di Bernardinello, ma anche di un secondo assessore, in sostituzione di uno di quelli in carica, ma senza fare nomi e lasciando al sindaco la scelta su chi silurare, perché non indicati dalla segreteria del partito.


LA POLEMICA
Gianni Nonnato, socialista, sui social ha scritto: «A Roma vorrebbero sciogliere o cambiare nome al Pd. A Rovigo chiedono due assessori in più. Misteri». Il sindaco ha nicchiato. Venerdì si è riunita la direzione provinciale del Pd. Già prima dell'assemblea era stata diramata la convocazione di una conferenza stampa per l'indomani, poi annullata. A quanto pare doveva servire per comunicare la linea, poi stoppata dall'assemblea: ovvero chiedere un maggiore coinvolgimento nelle scelte dell'amministrazione, sottolineare come la vicenda Iras rappresenti un segnale di allarme sulla conduzione delle politiche locali e, in mancanza di risposte e dei due assessori, rivendicare una libertà di azione, di fatto uscendo dalla maggioranza. Non si sa bene con quale scopo se non offrire al sindaco il pretesto per dimettersi, gettando la colpa della caduta, per motivi difficilmente spiegabili all'opinione pubblica, sul Pd. A mettere il dito nelle piaghe della maggioranza ci pensa, dall'opposizione, Antonio Rossini: «In questo momento, con le bollette alle stelle, con sempre più famiglie in difficoltà, dobbiamo risolvere il nodo Iras ed i problemi dei cittadini, non crearne altri con la politica in apnea, autoreferenziale, in cerca di potere e careghe. Una volta il Pd era dalla parte dei più deboli e dei bisognosi ora si perde in sterili polemiche opportunistiche, tutto perché non hanno gli incarichi che vorrebbero. Alla città, ai rodigini, non importa della sofferenza di potere e protagonismo del Pd comunale».

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