Salari, protesta dei dipendenti Ulss. «Elogiati in pubblico e poi mortificati»

Mercoledì 9 Dicembre 2020 di Francesco Campi
Operatori di Terapia intensiva

LA PROTESTA - «Se la nostra richiesta rimarrà lettera morta, in attesa dell’intervento di Governo e Regione, saremo costretti ad attivare lo stato di agitazione di tutto il personale dell’Ulss Polesana». È netta la presa di posizione di Riccardo Mantovan e Cristiano Pavarin, a nome di Fp Cgil e Uil Fpl, nell’ambito della vicenda che riguarda le progressioni economiche orizzontali dei dipendenti dell’azienda sanitaria.
PROGRESSIONI ORIZZONTALI
«Non sono più sufficienti i ringraziamenti – rimarcano -, anche se fatti pubblicamente: questi lavoratori devono essere valorizzati per la loro immensa professionalità e disponibilità, non certo penalizzati economicamente». Già la scorsa settimana i due sindacalisti avevano rimarcato come «dopo due anni di richieste e mesi di confronto, in presenza della disponibilità economica, senza costi aggiuntivi a carico del sistema pubblico, questa Ulss senza motivazione e in maniera immorale, a pochi giorni dalla fine dell’anno, straccia in faccia ai propri dipendenti la preintesa. Il direttore generale dopo aver ringraziato pubblicamente i propri dipendenti, invece di valorizzare la loro disponibilità decide di penalizzarli proprio dal punto di vista economico. Carenza di personale, condizioni di lavoro estremamente critiche e turni di lavoro massacranti con un aumento esponenziale di operatori contagiati. Da angeli a cornuti e mazziati a Rovigo il tratto è stato davvero breve».
LA POSIZIONE DELL’ULSS
Il direttore generale dell’Ulss Antonio Compostella aveva replicato: «Queste contrattazioni sono sottoposte al vaglio del collegio sindacale, i revisori dei conti, organo dell’azienda con autonomia valutativa: rispetto alla richiesta dei sindacati di far progredire il 70% dei dipendenti il collegio sindacale ha risposto che non è fattibile, perché la norma prevede non più del 35%. Non è vero che l’Ulss non vuole pagare, soprattutto in questa fase: stiamo anzi elaborando un piano per l’incentivazione economica legata alle attività di questo particolare periodo, utilizzando sia fondi aziendali che quelli destinati al recupero delle liste di attesa».
ASSEMBLEA DELLE RSU
Le sue parole non sembrano aver chiuso la questione. Anzi, già nella seguente assemblea Rsu è passata la linea “dura” di Cgil e Uil. Che ora rispondono a Compostella «e confermano che senza risposte sarà stato di agitazione di tutto il personale. Comprendiamo quanto il direttore generale sia impegnato in questa fase di assoluta emergenza e ci può stare che gli sia sfuggito il vero contenuto dell’accordo di preintesa sulle progressioni economiche orizzontali per la restituzione ai dipendenti di parte delle risorse accantonate nel fondo contrattuale di competenza, che lui stesso ha sottoscritto il 2 ottobre, anche se ora ne disconosce i contenuti. Ci rammarica che abbia fatto riferimento a valori non corrispondenti ai contenuti del documento di preintesa che, da ben 40 giorni, è fermo in attesa dell’approvazione del collegio sindacale.
LA QUESTIONE DEI FONDI
«Una cosa è certa: l’obiettivo di Cgil e Uil è di far avanzare di fascia quanti più lavoratori possibile - rimarcano i sindacalisti - A maggior ragione se consideriamo che non ci sono costi a carico del bilancio aziendale, perché si utilizzano esclusivamente disponibilità presenti nei fondi definiti dai contratti collettivi di lavoro, proprio in disponibilità della contrattazione decentrata. Purtroppo, però, dobbiamo fare i conti con due vincoli restrittivi. Uno dato dalla ridotta disponibilità economica del fondo di competenza e uno definito dalla Ragioneria di Stato, che limita le progressioni economiche a un massimo del 50% dei dipendenti, e non del 35% come dichiarato da Compostella. Proprio per questi vincoli, la preintesa sottoscritta prevede la progressione economica per il 49% dei lavoratori. Invitiamo, pertanto, il direttore generale a cogliere l’occasione di lanciare un messaggio forte ai propri dipendenti confermando i contenuti dell’accordo sottoscritto. Non fosse altro che per il momento di enorme difficoltà che ogni singolo operatore sta vivendo a causa di una pandemia di portata storica che sta mettendo in ginocchio tutto il sistema socio-sanitario».
 

Ultimo aggiornamento: 08:17 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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