Siccità, l'acqua del fiume Po è diventata salata: il mare risale

Il mare risale fino a 21 chilometri dalla foce: allarme per l'irrigazione. Mai così poche piogge: primi stop all'irrigazione

Martedì 21 Giugno 2022 di Francesco Campi
Siccità, l'acqua del fiume Po è diventata salata: il mare risale

ROVIGO - Il Grande Fiume Po non occupa nemmeno metà del proprio letto, incalzato da lingue di sabbia riarsa che si allargano sempre di più segnando la ritirata dell'acqua.

Immagini più eloquenti di mille parole di una siccità epocale, che sta infrangendo tutti i record del passato. «La peggior crisi da 70 anni ad oggi», sottolineava qualche giorno fa l'Agenzia interregionale per il fiume Po. Una situazione di crisi che perdura da mesi e si aggrava di giorno in giorno.

Pioggia, mai così poca

Dall'inizio dell'anno idrologico, il primo ottobre, al 31 di maggio, in Veneto sono caduti mediamente 440 millimetri di piogge, il 40% in meno rispetto alla media storica del periodo 1994-2021. Si tratta, l'Agenzia regionale per la protezione dell'ambiente, del valore più basso mai registrato.

Portata del fiume, record negativo

La portata del più grande fiume italiano, si sottolinea nel bollettino dell'Osservatorio permanente sugli utilizzi idrici nel distretto idrografico del Po, che ieri ha tenuto una seduta straordinaria, è confrontabile o al di sotto dei minimi storici in tutti i punti di rilevamento, con la classificazione in tutte le sezioni di misura nello stato di severità estrema. Per avere un valore di riferimento, alle 7 del 20 giugno 2019 il livello del Po a Pontelagoscuro, all'altezza del ponte dell'autostrada A13, era di 1,57 metri rispetto allo zero idrometrico, ieri era -7,24 metri. Quasi nove metri di differenza.

L'acqua del fiume Po è diventata salata

E con le portate che si riducono sempre di più, risale il cuneo salino, ovvero l'acqua salmastra che dal mare si spinge sempre più nell'entroterra. «La stima di risalita del cuneo salino si rimarca nel bollettino - è aumentata rispetto la settimana precedente, sia in condizioni di alta che di bassa marea, con valori massimi di intrusione salina stimati rispettivamente di 16 e di 21 chilometri».

Emergenza irrigazione

Questo significa che per questa estensione l'acqua non è più utilizzabile per irrigare. Da qui la decisione «di ridurre del 20% i prelievi irrigui a livello distrettuale rispetto ai valori di venerdì scorso per sostenere le portate del Po nel tratto di valle per assicurare l'uso idropotabile delle province di Ferrara, Ravenna e Rovigo e per contrastare la risalita del cuneo salino nelle acque superficiali e sotterranee, nel contempo riducendo i rischi di potenziali impatti negativi sullo stato ambientale dei corpi idrici».

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Cosa sta succedendo agli altri fiumi?


In alcune zone del Delta del Po, come a Porto Tolle ed Ariano Polesine, è stata sospesa l'irrigazione già da una decina di giorni e sono state attivate pompe mobili d'emergenza per garantire la sopravvivenza delle colture. Se il Po piange, gli altri fiumi non ridono, con quelli veneti tutti ben al di sotto delle medie storiche: meno della metà sull'Adige a Boara Pisani, -58%, e sul Brenta a Barziza, -60%, un quarto sul Bacchiglione a Montegalda, -75%, e appena un quinto sul Po a Pontelagoscuro, -81%.

Siccità sui laghi

E anche i grandi laghi non se la passano affatto bene: il lago Maggiore è sceso al minimo storico con un grado di riempimento del 22% mentre quello di Como è al 25%. La Regione Lombardia ha deciso di effettuare rilasci aggiuntivi giornalieri di circa 5 milioni di metri cubi nei bacini dell'Adda, Oglio, Brembo e Serio e questa possibilità si sta valutando anche per gli invasi idroelettrici svizzeri ricadenti nel bacino del lago Maggiore. In Piemonte ci sono comuni dove l'approvvigionamento idropotabile avviane con le autobotti, in Lombardia in vaste aree l'acqua è razionata.


L'estate inizia proprio oggi, ma come sottolinea Coldiretti, ci si trova di fronte a valori peggiori del Ferragosto di un anno fa, con la siccità che colpisce tutti i raccolti, dal riso al girasole, dal mais alla soia, ma anche le coltivazioni di grano e di altri cereali e foraggi per l'alimentazione degli animali, con le vacche da latte che già, a causa del caldo, riducono del 10% la propria produzione: «Dalla Lombardia alla Sicilia, dal Piemonte al Molise, dal Veneto al Lazio, dalla Toscana alla Puglia, la siccità stringe in una morsa i campi e i raccolti. Danni che già superano i due miliardi di euro. Una catastrofe climatica che si prefigura addirittura peggiore di quella del 2003 che ha decimato le produzioni agricole nazionali».

Ultimo aggiornamento: 22 Giugno, 10:47 © RIPRODUZIONE RISERVATA