Cento giorni di siccità: grave la situazione del fiume Po. Portata degli affluenti ai minimi storici, mai così dal 1972

Giovedì 17 Marzo 2022
Cento giorni di siccità: grave la situazione del fiume Po
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ROVIGO - Cento giorni senza piogge significative per il distretto padano: «si fa grave» la siccità del fiume Po. Gli affluenti Trebbia, Secchia e Reno sono ai minimi storici dal 1972, mentre Dora Baltea, Adda, Ticino registrano un -75% nelle portate. È l'allarme che arriva dall'Osservatorio sulle crisi idriche convocato per oggi dall'Autorità di bacino del fiume Po - MiTe.

Sos anche per l'agricoltura: «in Piemonte sarà già problematico dare il via alla stagione dell'irrigazione». L'Autorità chiede deroghe per i prelievi, a vantaggio di agricoltura e produzione di energetica idroelettrica.

Siccità, agricoltura a rischio

La siccità nel bacino del Po minaccia oltre 1/3 della produzione agricola nazionale, fra pomodoro da salsa, frutta, verdura e grano, e la metà dell'allevamento. È quanto afferma la Coldiretti, nel commentare l'allarme lanciato dall'Osservatorio sulle crisi idriche convocato dall'Autorità distrettuale del Fiume Po - Ministero transizione ecologica, secondo il quale sono saliti a cento i giorni senza piogge significative per il distretto padano. Le coltivazioni seminate in autunno come orzo, frumento e loietto, fa sapere la Coldiretti, iniziano ora la fase di accrescimento che rischia di essere compromessa dalla siccità. Ma a preoccupare è anche lo sviluppo dei prati destinati all'alimentazione degli animali perché, se le condizioni di secca dovessero continuare, gli agricoltori saranno costretti a intervenire con le irrigazioni di soccorso dove sarà possibile. Dall'altra parte nei prossimi giorni partiranno le lavorazioni per la semina del mais, ma con i terreni aridi e duri le operazioni potrebbero essere più che problematiche. Una situazione che conferma come la siccità sia diventata la calamità più rilevante per l'agricoltura italiana, con un danni stimati in media in 1 miliardo di euro all'anno soprattutto per le quantità e la qualità dei raccolti. Ma a preoccupare è anche l'innalzamento dei livelli del mare in Italia, con l'acqua salata che sta già penetrando nell'entroterra bruciando le coltivazioni nei campi e spingendo all'abbandono l'attività agricola.

Ultimo aggiornamento: 12:48 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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