Compost su centinaia di ettari di campagna polesana: scatta l'allarme

Venerdì 14 Giugno 2019
Compost su centinaia di ettari di campagna polesana: scatta l'allarme
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ROVIGO - Dopo le inchieste giudiziarie sui fanghi, sull’interramento di rifiuti sotto forma di conglomerato cementizio nelle strade interpoderali e sui capannoni abbandonati trasformati in discariche abusive, anche nel “caso Sesa”, portato alla luce dall’inchiesta giornalistica di Fanpage che ha scavato sugli spandimenti di compost nelle campagne padovane, sottoponendolo alle analisi del laboratorio Labo Consult di Milano che avrebbe evidenziato la non corretta procedura di maturazione e la presenza di vetro e plastica, oltre che di idrocarburi pesanti, sembrerebbe esserci un coinvolgimento diretto del Polesine. 
SOCIO PRIVATO
Al socio privato di Sesa Angelo Mandato fa infatti capo una galassia di società, alle quali è riconducibile anche la proprietà di terreni in Polesine. Come la Agriman, dove “man”, sta appunto per Mandato, che possiede un appezzamento di terreno a Boara, vicino all’impianto della Nuova Amit. «Da quello che mi risulta – spiega Vanni Destro, figura storica dell’ambientalismo polesano - ci sarebbero decine e decine di ettari di terreni nella disponibilità della serie di società, incastrate come scatole cinesi che si intrecciano con Sesa, anche a Buso, Sarzano, Concadirame oltre che a Villadose e Pettorazza, dove negli ultimi anni c’è stato un viavai sospetto di camion. Non ho le prove per poter dire che spandessero effettivamente il digestato di Sesa, ma diciamo che la vicenda ‘puzza’ e che saranno necessari accertamenti approfonditi alla luce di quanto sta emergendo in questi giorni. E’ possibile che le nostre campagne, oltre ad aver smaltito i fanghi di Coimpo, abbiano accolto anche i prodotti tutti da verificare di Sesa. La richiesta non può che essere, nei confronti di tutti, dai cittadini agli agricoltori, dai politici agli organismi di controllo, di alzare la guardia».
RETE DI COMITATI
In una nota diffusa per conto della Rete dei Comitati Polesani, lo stesso Destro parla di “assedio”: «Non sappiamo di cos’altro ci sia bisogno ancora per comprendere che non ci sono più margini di ragionamento con chi pensa che la questione ambientale sia la semplice ossessione di pochi fanatici. Il caso Sesa, ultimo in ordine di tempo, è esploso con la violenza di un ordigno nella quiete forzata dei campi bassoveneti, anche se da tempo certo malcostume è ampiamente segnalato da cittadini coraggiosi. Lo stesso coraggio di chi segnala la devastazione dei fanghi Coimpo, delle troppe discariche in pochi chilometri, di industrie chimico-farmaceutiche o di allevamenti intensivi che ammorbano l’aria e la vita di vive nelle loro prossimità, dello Pfas sversato senza scrupolo nei fiumi, delle inutili centrali a biogas o biomasse spacciate per ecologiche. Uno scenario al quale le istituzioni rispondono con la timidezza dell’Arpav, la freddezza delle amministrazioni comunali, provinciali, regionali, l’assordante assenza delle Ulss. Chi rivendica il diritto ad un ambiente salubre viene sempre tacciato di far terrorismo e mortificato da chi preferisce l’umiliante ricatto salute-lavoro».
Ultimo aggiornamento: 17:27 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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