Multe a raffica a chi fuma a scuola. Giro di vite al Viola-Marchesini

Sabato 26 Novembre 2022 di Roberta Merlin
In aumento i ragazzi che fumano a scuola, specie nelle classi prime
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ROVIGO - Raffica di multe agli studenti che fumano in cortile. L’istituto Viola- Marchesini, dopo il caso della docente ferita al volto da due colpi di pistola, ad aria compressa, sparati in classe da uno studente e ripresa col telefonino con la complicità di altre tre, torna a fare parlare di sé. In questi giorni, infatti, la preside Isabella Sgarbi sta sanzionando i ragazzi che non rispettano il divieto di fumo in vigore, non solo all’interno dell’edificio scolastico, ma anche negli spazi esterni.
«Nonostante i divieti diversi ragazzi continuano a fumare in giardino - spiega la dirigente scolastica - si tratta soprattutto di ragazzini delle classi prime. In molti “svapano” la sigaretta elettronica anch’essa, però, vietata». 

SOSTANZE PERICOLOSE 
«Abbiamo riscontrato - informa la preside del Viola-Marchesini - che i ragazzi non si rendono conto che si tratta comunque di sostanze chimiche quelle inalate con il fumo elettronico, non a caso, persiste il divieto anche per questa tipologia di fumo». Ma la cosa più sconcertante è che spesso sono i genitori a comprarle ai loro figli, riporta la preside. «Gliele acquistano non consapevoli che si tratta di sostanze chimiche i cui effetti, a lungo termine, restano per il momento un interrogativo». Il Viola Marchesini ha anche attivato una serie di iniziative per cercare di educare gli studenti sui rischi del fumo, ma il fenomeno dei baby fumatori sembra essere, nell’ultimo periodo, in aumento. 
«La sanzione arriva dopo un richiamo a rispettare le regole - spiega Sgarbi -, se il ragazzo viene pizzicato a fumare per la seconda volta, scatta la sanzione di 26 euro a carico dei genitori.

Soldi che non vanno alla scuola, ma alla Agenzia delle entrate». Una quindicina le multe al mese staccate dall’Istituto nei confronti dei ragazzi che fumano in cortile. Ma i numeri di quelli che non rispettano il divieto sono molto più alti. 

IL NODO CONTROLLI 
«Il cortile è grande e non abbiamo personale per controllare costantemente gli spazi - spiega Sgarbi- abbiamo dunque pensato di utilizzare lo strumento della sanzione per disincentivare il fumo a scuola». A confermare il precoce approccio al fumo da parte dei giovani, anche il preside del Comprensivo 3 Fabio Cusin: «Diversi ragazzi iniziano a portare a scuola anche la sigaretta elettronica - spiega il dirigente -, in questi casi ci limitiamo a convocare le famiglie, non abbiamo, per il momento, inflitto, però, sanzioni». Tra i divieti non rispettati, dopo il fumo, anche quello di usare il cellulare tra i banchi di scuola. Proprio in questi giorni, il nuovo ministro dell’Istruzione Valditara sta, infatti, pensando a ulteriori strette in merito al cellulare nelle aule.


«Il telefonino va lasciato a casa - spiega Cusin -, non possiamo ritirarlo, non compete a noi. La responsabilità è dei genitori, non della scuola». Secondo la preside dell’Itis Viola Marchesini il problema del cellulare va risolto sul fronte educativo: «Il divieto del cellulare in classe c’è, ma il controllo non è semplice. Anche quando provvediamo a ritirarlo spesso ci consegnano quello del genitore o addirittura del nonno per magari copiare durante le verifiche. Non possiamo pensare di ritirare tutte le mattine i cellulari a più di 1400 alunni, servono anche gli spazi come armadietti e assicurazioni in caso di danni accidentali». E sulla seconda discussa proposta del neo ministro dell’Istruzione, ossia quella dei lavori socialmente utili agli alunni che non rispettano le regole, la preside dell’Itis riporta: «Facile dire lavori socialmente utili ma ci troviamo a fare i conti con una pesante burocrazia quando andiamo a utilizzare questo strumento. Senza contare i genitori che si oppongono, come sta accadendo per due degli studenti che hanno sparato alla docente».

Ultimo aggiornamento: 16:58 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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