ROVIGO - Nuove assunzioni di medici, ma con la necessità di chiedere ancora il supporto degli specializzandi e, soprattutto, di ricorrere ai “medici a gettone” per far fronte alle difficoltà di reperimento di specialisti di Urgenza emergenza e di Anestesia e rianimazione. Su quest’ultimo tema si sta riaprendo un dibattito a livello regionale, anche se il fenomeno è sempre più diffuso ovunque, anche perché questa tipologia di contratti fanno lievitare i costi per le aziende sanitarie.
PRONTO SOCCORSO
Il punto più delicato riguarda il Pronto soccorso e dei “gettonisti”. Come si legge nella deliberazione del 5 ottobre del direttore generale, «il direttore della Uoc Pronto soccorso, a causa della grave carenza di personale e della difficoltà di reperimento di medici qualificati nell’area professionale dell’urgenza/emergenza con gli strumenti di reclutamento ordinario, con nota in atti, chiede l’attivazione di 2 incarichi libero-professionali con professionisti esterni, per lo svolgimento di attività assistenziali presso le Uoc Pronto Soccorso degli Ospedali dell’Azienda, al fine di scongiurare il rischio di interruzione di pubblico servizio». Ecco, allora l’incarico, già dal primo ottobre, per un anno ai dottori Cristiana Manzetto e Gaetano Morgill
CARENZA GENERALIZZATA
Il problema della carenza dei medici di Emergenza Urgenza non riguarda solo Rovigo, ma è diffuso in tutto il Paese. Da una parte pesa l’insufficiente, ed errata, programmazione universitaria del passato, per cui è ancora in corso di smaltimento l’imbuto formativo tra laurea e specializzazione. Dall’altra, invece, incide la fuga da reparti ad alto tasso di stress e di responsabilità, arrivati al punto di rottura con l’emergenza Covid. Fatto che, fra l’altro, dissuade i giovani dall’imboccare quella strada, come evidenzia Anaao-Assomed che sottolinea come siano rimasti vacanti il 50% delle borse per la specializzazione in Medicina d’urgenza e il 14% di quelle per Anestesia e rianimazione. Il risultato è che i concorsi vanno semideserti. Ecco, allora, il ricorso, sempre più diffuso a contratti liberoprofessionistici. Con i costi che lievitano. Per i due incarichi in Pronto soccorso, della durata di un anno, con il compenso di 60 euro l’ora lordi, la spesa complessiva è stimata in 224.640 euro.
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