Effetto Covid: chiamate raddoppiate al Cup e 6.000 prestazioni da smaltire

Mercoledì 5 Agosto 2020 di Nicola Astolfi
La tenda posizionata davanti al Cup dell'ospedale di Rovigo durante la fase acuta dell'emergenza Covid
ROVIGO. Sta tornando verso la normalità l’attività del Centro unico di prenotazioni dell’Ulss 5, ma nelle liste d’attesa, anche se gli indicatori registrano livelli medi che rispettano gli standard in tutte le classi di priorità, restano alcune criticità da risolvere. È vero che le circa seimila prestazioni congelate per l’emergenza coronavirus sono state riprogrammate e che la maggior parte è stata evasa. Tuttavia le operazioni di disinfezione negli ambulatori richieste dalle procedure antivirus allungano i tempi e le difficoltà nel reperire alcuni specialisti fanno registrare sofferenze nelle liste d’attesa per le attività ambulatoriali di Oculistica, Cardiologia, Radiologia, Gastroenterologia, Diabetologia e Reumatologia.
PRIMO BILANCIO
Le statistiche, che non misurano però le visite di controllo, dicono che «nel primo semestre dell’anno la media a livello provinciale ottempera agli standard», ha detto Federica Fenzi, responsabile della Medicina specialistica ambulatoriale e prossimo direttore del Servizio di igiene e sanità pubblica dell’Ulss 5, nell’incontro in cittadella socio-sanitaria per inquadrare la situazione sull’operatività del Cup e sulle liste d’attesa.
«I valori medi di giugno - ha spiegato il responsabile del Cup provinciale, Fernando Spadon - dicono che le prestazioni da eseguire entro dieci giorni e quelle entro 30 giorni sono effettuate al 96 per cento nel tempo di accesso previsto e al 98 quelle entro 90 giorni».
I PROBLEMI
Davanti alle sofferenze in alcune branche specialistiche «si stanno attivando strategie tecniche e organizzative per migliorare la situazione e la capacità di erogare prestazioni», ha concluso Fenzi. «Per l’Oculistica - ha precisato il direttore generale Antonio Compostella - è effettiva la difficoltà di reperire specialisti per sostituire i medici andati in pensione, perché i concorsi sono stati inevasi. In Radiologia dipende da questioni organizzative: pur allungando gli orari di attività, i tempi di sanificazione tra una prestazione e l’altra fanno diminuire la quantità delle prestazioni erogate: dopo ogni Tac e risonanza, per esempio, servono 20 minuti per la sanificazione. In Diabetologia c’è un aumento della domanda e della complessità della domanda di prestazioni. Davanti alle difficoltà interverremo con rimodulazioni organizzative e nuove assunzioni», ha concluso Compostella. Sul Cup ha sottolineato, poi, che «ora non presenta grosse criticità: ci sono alcune segnalazioni, ma si va verso un’operatività ben gestita».
IL NODO PRENOTAZIONI
«Decongestionare il Cup dalle telefonate è un problema nazionale e non solo polesano», ha sottolineato il responsabile Fernando Spadon, elencando poi le azioni realizzate insieme al potenziamento delle linee telefoniche. «Il 13 luglio l’apertura degli sportelli nei Punti sanità ha dato una prima boccata di ossigeno. Con la collaborazione di Federfarma è stato potenziato il servizio Farmacup con la possibilità di prenotare in farmacia anche i prelievi», che restano su prenotazione e che all’ospedale di Rovigo, da lunedì scorso, si effettuano fino alle 12: così il numero di prestazioni giornaliere erogate si sta riavvicinando ai livelli pre-Covid.
Senza telefonare al Cup, ha continuato Spadon, «le prenotazioni sono possibili dal sito internet dell’Ulss 5 anche per le prestazioni in classe di priorità breve e differibile, e non va dimenticato che è ripresa l’attività ambulatoriale in libera professione».
I NUMERI
Dal 22 luglio hanno riaperto gli sportelli Cup ad Adria, Rovigo e Trecenta. Con quali risultati, sommate le varie azioni? Se nel periodo pre-Covid il Cup riceveva ogni giorno dalle 2.500 alle 2.600 telefonate, con lo stop al recarsi fisicamente agli sportelli e con la ripresa progressiva delle attività ambulatoriali e degli interventi chirurgici sospesi durante la fase di maggior emergenza, la media di chiamate è raddoppiata in maggio a 5.400 telefonate giornaliere e in giugno è arrivata a 7.977. In luglio è a circa seimila, ma in calo nelle ultime due settimane. Da mercoledì scorso tutte le richieste di prenotazione sono evase in giornata: per questo a chi telefona e registra un messaggio, può capitare di ricevere la telefonata di presa in carico del Cup anche dopo le 20. Se prima del Covid-19 fino al 70 per cento delle telefonate riceveva una risposta entro 2 minuti, in giugno con le quasi ottomila telefonate giornaliere ciò avveniva solo per l’otto per cento delle chiamate e ora si è intorno al 40-45 per cento di telefonate con risposta entro 2 minuti.
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Ultimo aggiornamento: 08:08 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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