Salmonella nell'Adige, l'Arpav fa i prelievi anche sulla sponda polesana

Domenica 1 Settembre 2019 di Roberta Paulon
Il fiume Adige
2
ROVIGO - Fine settimana con il fiato sospeso nei comuni rivieraschi della Destra Adige. Dopo le ordinanze che bloccano l’utilizzo dell’acqua del fiume per uso irriguo nei territori di Anguillara e Vescovana per la presenza di salmonella, l’Arpavprav ha finalmente prelevato i campioni delle acque “polesane”. Venerdì in tarda mattinata i furgoni dell’Arpav sono stati avvistati in corrispondenza dei punti prelievo vicino al ponte di Lusia e a San Martino. Tuttavia nessuna comunicazione, da parte dell’Ulss o dell’Arpav, è ancora arrivata ai Comuni che restano in attesa e a ieri, non hanno firmato alcuna ordinanza a titolo precauzionale.
 
Bloccare la possibilità di irrigare le coltivazioni sarebbe per le imprese orticole, l’ulteriore tegola di un’estate che è stata meteorologicamente infausta. Le pesanti grandinate di luglio accompagnate in un’occasione da una tromba d’aria, sono ancora una ferita aperta per le campagne polesane. Una stagione tanto delicata per la produzione non ha bisogno di altre emergenze. «L’ordinanza di stop all’irrigazione si farà in caso di esito positivo delle analisi, ma a oggi - riferisce il sindaco di Lusia, Luca Prando - non abbiamo ricevuto alcuna comunicazione dagli organi competenti. La lettera mia e del collega di San Martino di Venezze ha attivato le procedure dovute e rimaniamo in attesa di comunicazioni. Prima di fare eventuali ordinanze, aspettiamo però di capire se l’emergenza che ha colpito i nostri frontisti, per così dire, riguarda anche questa sponda. È ragionevole pensare di sì, ma sarebbe l’ennesima circostanza negativa per le nostre aziende che quest’anno hanno visto ridotta la produttività a causa del maltempo delle scorse settimane».
Si spera, insomma, di non arrivare a un blocco del sistema irriguo per evitare la perdita delle coltivazioni orticole (a Lusia) e agricole (a San Martino di Venezze). Mentre sul fronte dell’acqua potabile non ci sono rischi, poiché l’acqua viene filtrata in modo efficace nelle centrali di Acquevenete, l’acqua di irrigazione viene presa da sifoni consorziali e solo in rari casi viene prelevata da pozzi artesiani privati. La stragrande maggioranza delle aziende, quindi, sarebbe colpita da un’eventuale ordinanza. L’acqua che passa attraverso i sifoni non subisce alcun trattamento, per cui si teme di doverla chiudere.
Il ragionevole dubbio dei sindaci è che la salmonella, presente nei campioni prelevati dalla riva di fronte, sia presente anche sulla sponda polesana. Quello che rammarica i due primi cittadini è il non aver ricevuto alcuna comunicazione da parte né dell’Arpav, né dall’Ulss 5. Solo dopo che si sono attivati i sindaci Luca Prando, di Lusia, e Vinicio Piasentini di San Martino di Venezze, l’ente ha provveduto alle campionature. «La priorità per noi sindaci - spiegano - è capire se sussiste un problema di salute pubblica».
Fonti non ufficiali, per la precisione imprenditori orticoli della Bassa Padovana, hanno fatto sapere che sulla sponda sinistra l’Arpav monitora la presenza di salmonella almeno dal primo luglio. «Se fosse confermata questa notizia - rispondono i sindaci polesani - vorrebbe dire che per due mesi noi sindaci polesani non siamo mai stati informati di un possibile rischio per la salute pubblica. Ora abbiamo chiesto al dipartimento competente se siano state eseguite analisi specifiche sulle acque sul versante della zona provinciale di Rovigo e rimaniamo a disposizione per adottare eventuali tempestive misure di sicurezza salvaguardia della salute della popolazione».
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci