L'addio sportivo di Umberto Casellato alla panchina dei rossoblù

Venerdì 18 Giugno 2021 di Paolo Romagnolo
FEMI CZ RUGBY ROVIGO La gioia al Plebiscito per il 13esimo scudetto vinto contro il Petrarca Padova

ROVIGO La prima Coppa Italia rossoblù nel 2020 e l’incredibile 13. scudetto conquistato appena due settimane fa sul campo del Petrarca Padova. Due indelebili pagine nella storia della Rugby Rovigo a firma Umberto Casellato. Il suo ciclo sulla panchina dei Bersaglieri si è ufficialmente concluso ieri con una conferenza al Qubo Streetfood dell’amico Tommy Pegoraro, che già nel 2010 aveva ospitato nel suo precedente locale, in centro, l’atto conclusivo della prima esperienza del tecnico trevigiano nel capoluogo polesano. Ad ascoltarlo anche il patron della FemiCz Francesco Zambelli, il club manager rossoblù Andrea Trombini, i giocatori Andrea Bacchetti e Diego Antl, e il presidente dell’Accademia dei Concordi Giovanni Boniolo, amico e compagno di pedalate. 

I RINGRAZIAMENTI
Le dichiarazioni al veleno dei giorni immediatamente successivi alla finale del “Plebiscito” sembrano ormai distanti. Dalle scarpe di Casellato esce ancora qualche sassolino ma, prima del definitivo sipario, c’è spazio soprattutto per i ringraziamenti. «Il primo va sicuramente all’ex presidente Nicola Azzi, che nel 2017 venne a prendermi a Colorno (dove il tecnico tornerà, ndr.). Ricordo ancora quando nel suo ufficio gli dissi: ‘Tranquillo, vinceremo lo scudetto’ – spiega il coach – Ovviamente grazie alla famiglia Zambelli e agli sponsor, con alcuni ho stretto un bel rapporto di amicizia. Una dedica speciale a Umberto Nalio, che purtroppo non è più con noi: di giornalisti pungenti come lui ne ho incontrati pochi. Mi ha fatto molto piacere anche la telefonata di Renzo Bullo (presidente della Monti Junior, ndr.), sicuramente la più inaspettata». 

MOMENTI DIFFICILI
E’ anche l’occasione per rivivere una stagione che, prima dell’esaltazione finale, ha avuto momenti difficili. «Devo ancora digerire le tre sconfitte consecutive di inizio campionato. Erano 12 anni che a Rovigo non si vedeva una striscia negativa del genere» - ricorda Casellato. Proprio in quei giorni bui si sono aperte le prime crepe che poi in primavera hanno portato all’annuncio del divorzio tra la FemiCz e il tecnico a fine stagione, facendo decollare la parallela trattativa con l’ex ct del Sudafrica, Allister Coetzee. «In un momento così delicato della stagione sono state prese decisioni a mio modo di vedere sbagliate – sottolinea il coach campione d’Italia, riferendosi soprattutto ai colloqui coi giocatori avviati dalla società con l’appoggio di due psicologi – Sono cose che vanno contro i miei principi. Penso creino solo nuovi problemi, mentre in quel momento dovevamo trovare delle soluzioni. Non mi piaceva l’idea di rompere la quotidianità dei ragazzi. Così ci siamo un po’ isolati, ma alla fine ne siamo venuti fuori». Il resto è storia recente, destinata a essere raccontata ancora a lungo.
QUESTIONE DI RISPETTO
«Non si può piacere a tutti, ma non penso di avere avuto nemici. Sono contento delle mie scelte. Ho deciso di andare fino in fondo seguendo le sensazioni che avvertivo nello spogliatoio, ascoltando sempre il cuore - spiega il tecnico, che torna anche sulla sfortunata uscita ai microfoni di RaiSport pochi secondi dopo la vittoria (‘della città di Rovigo mi importa poco’, ndr.) – A caldo ho usato parole inappropriate. Mi riferivo alle persone che durante la stagione hanno avuto comportamenti poco rispettosi dei ruoli. Con loro avrei preferito un confronto diretto».
«Mi farà piacere quando incontrerò il Rovigo di Coetzee con il mio Colorno – assicura Casellato, che annuncia di volersi fare due tatuaggi sulla spalla per celebrare il tricolore rossoblù e quello conquistato a Mogliano nel 2013 - Ma soprattutto, da qui in avanti, sarà un onore vedere il mio nome accostato a quello di tanti grandi allenatori internazionali che hanno fatto la storia rossoblù».

Ultimo aggiornamento: 07:19 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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