Rovigo e lo scudetto del rugby. Lodi: «Partita eroica. Sbagliato meno del 10% dei placcaggi, giocata della meta studiata sul punto debole del Petrarca»

Mercoledì 31 Maggio 2023 di Ivan Malfatto
Alessandro Lodi festeggia con giocatori e tifosi lo scudetto della FemiCz Rugby Rovigo

ROVIGO - La trincea invalicabile eretta in difesa e la chirurgica efficacia in attacco sono state le chiavi della vittoria della FemiCz Rovigo per 16-9 nella finale scudetto contro il Petrarca Padova. Più un’invenzione dello staff tecnico nell’unica meta della gara, segnata da Bautista Stavile.
 

Alessandro Lodi, come ha preparato con i suoi assistenti e i giocatori l’impresa?
«Ci siamo detti che per vincere dovevamo avere più fame di loro in ogni area del gioco.

Le due settimane di preparazione sono state incentrate tutte su questo aspetto mentale».

La consegna tecnica?
«Il gioco del Petrarca è fatto di un passaggio e poi della sfida fisica individuale. Se fossimo riusciti a rallentare il l’avanzamento con placcaggi efficaci, anche raddoppiati, e il sacrificio fisico individuale avremmo potuto fermarli facendo perdere le loro certezze sul piano di gioco».

Ed è successo?
«Sì, la pressione e l’intensità fisica contrapposta in ogni azione li ha costretti a fare errori e a non sfruttare la notevole superiorità di possesso avuta».

Prima della gara aveva detto che per battere un Petrarca dominatore in semifinale bisognava non farlo giocare nella sua zona di conforto.
«Che è quella del dominio fisico e dell’avanzamento. Gli abbiamo fatto capire che noi non volevamo farci dominare».

Un’esaltazione dei valori del combattimento, tipici della tradizione rodigina.
«È stata proprio una vittoria da Rovigo, l’ho detto anche a caldo domenica. Cuore, passione, sacrificio, determinazione, resilienza, “brave” (coraggio) come dicono gli inglesi. Chiamatela come volete, è quella roba lì. I ragazzi hanno dimostrato di possederla. Tutti, dal primo all’ultimo, hanno dato tutto ciò che avevano. E anche qualcosa in più».

Una difesa eroica, con placcaggi avanzanti da brividi.
«Una partita eroica, non solo una difesa. Non ho ancora il dato dei placcaggi fatti, ma quelli sbagliati sono meno del 10%. Nel gioco tattico al piede siamo riusciti a restituire al Petrarca sempre palloni contestabili. In attacco siamo stati bravi a capitalizzare ogni occasione avuta. Decisivo anche avere segnato per primi nella ripresa».

E a fare meta con un adattamento del drive da maul, l’arma preferita del Petrarca.
«Quella giocata l’ha studiata il tecnico della mischia Davide Giazzon. Ha visto che la difesa di Padova sul drive era più vulnerabile all’interno. Così dopo lancio e conquista della touche ha spostato l’asse del drive in quella direzione. La palla è finita in mano a Stavile, in posizione di mediano, rapido a varcare la linea».

Neanche gli infortuni a Swanepoel e Moscardi nel primo tempo vi hanno fermato.
«Abbiamo costruito la stagione sull’importanza di tutti i giocatori, anche questo ha pagato in finale. Non si è visto chi è uscito o entrato. L’effetto dei nostri cambi è stato superiore a quello dei loro».
 

Ultimo aggiornamento: 09:17 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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