Piazza gremita per la festa della Rugby Rovigo. Il sindaco: «E' lo scudetto di un popolo». Il prefetto lo celebra anche dal palco della cerimonia del 2 giugno

Venerdì 2 Giugno 2023 di Ivan Malfatto
La premiazione della Rugby Rovigo da paerte del sindaco Edoardo Gaffeo

L
ROVIGO - È iniziata alle 19.27 è finita alle 20.33 ed è stata la festa ufficiale più coinvolgente delle tre organizzate per gli scudetti conquistati dalla FemiCz Rovigo (2016, 2021, 2023). «Una continuità che non accadeva dagli anni ‘50 e ‘60» sottolinea felice Antonio Zambelli ai bordi del palco.

Sopra, presentati da Andrea Trombini per la società e Paola Gasperotto per il Comune, i due enti organizzatori, è un fuoco d’artificio di emozioni e rimandi a un concetto ribadito più o meno da tutti: «Questo non è lo scudetto solo di una formazione, un club o una città, ma di un intero popolo identificato orgogliosamente con la sua squadra di palla ovale».

Comincia il sindaco Edoardo Gaffeo con un discorso degno della sua fama di docente universitario ed economista, che tocca tutte le corde giuste. «La vittoria in finale sul Petrarca non è solo un trionfo sportivo. È la prova che con impegno, passione, sacrificio, perseveranza, coraggio si possono raggiungere risultati solo apparentemente impossibili. Ringrazio di questo i giocatori, “ Lodi is on fire” (il ritornello sull’allenatore rossoblù nato a Parma da una hit musicale, ndr) perché continui a ispirarli, lo staff, la famiglia Zambelli per aver creduto nel progetto e averci investito tanto, il tessuto imprenditoriale che lo sostiene, i nostri tifosi cuore pulsante della squadra». E quando gli si è affiancato Andrea Bacchetti ci ha piazzato pure la battuta di spirito: «La didascalia della foto è: il sindaco con accanto un tipo di nome Edoardo».

IL TEMA DELLO STADIO
Il presidente della Provincia Enrico Ferrarese e l’assessore regionale Cristiano Corazzari ribadiscono gli stessi concetti. Quando sul palco è chiamato il presidente Francesco Zambelli scattata la standing ovation con il pubblico in piedi. «Questa città e la sua amministrazione 50 anni fa hanno avuto la lungimiranza di dare al rugby italiano lo stadio Battaglini - dice dopo aver ringraziato il tecnico Alessandro Lodi per aver reso il gruppo coeso e vincente - Dopo 50 anni dopo devono trovare il modo di rinnovarlo. Per riportarlo agli standard internazionale che gli competono e permettere al Rovigo di tornare in serie A e non i serie B come è relegato adesso. Sarà un percorso difficile, ma bisogna farlo».

Poi è la volta dei giocatori per la consegna delle medaglie celebrative, fatta dagli assessori Mattia Milan e Beppe Favaretto, il grande ex che si sceglie ovviamente tutte le seconde linee. La passerella parte dalla platea e passa in mezzo al corridoio fatto dai mini rugbisti della Monti, simbolo di una staffetta e un’eredità che continuano da quasi 90 anni attraverso la maglia rossoblù. La gara dei decibel per applausi e cori la vincono Ratuva Tavuyara, in canottiera verde e cappellino, e Paolo Uncini, camicia fantasia, occhiali da sole e sigaro, gli unici non in divisa societaria. Ma anche l’ovazione per Giovanni Montemauri e Matteo Ferro non è stata da meno.

Al capitano, nel suo discorso, scappa una lacrima quando dice «non ci si abitua mai a queste emozione» e poi quando dedica «lo scudetto a Pietro (Reale, ndr)». Ferro mostra insieme a Giancarlo Guarnieri dell’Eliocopy il disegno di Fabio Vettori con le sue Formiche dedicato al 14° scudetto, ormai una tradizione: «Il ricavato della vendita va tutto a Bandiera Gialla e alla sua missione di solidarietà in Romagna».

Infine viene il momento di Lodi, il ragazzo cresciuto nella Monti, passato da tecnico attraverso Under 18, Villadose, Badia. Insieme a Maci, Aldo Milani e Giordano Campice (autentici monumenti rossoblù) è solo il quarto rodigino a vincere uno scudetto sulla panchina del Rovigo, dopo un’attesa durata 59 anni. «È un orgoglio rappresentare la città dove sono nato. Domenica prima di partire dall’albergo per lo stadio ho detto ai ragazzi: ricordatevi che avete una città, un popolo che vi spinge a battere il Petrarca». L’hanno fatto. Poi il via, allora Parma e ieri in piazza, a coriandoli, musica, dj-set e festa fino a notte fonda.

 FESTA DELLA REPUBBLIUCA DEL 2 GIUGNO

A riprova di quanto la Rugby a Rovigo in città e provincia sia una vera istituzione, non solo una squadra, il presidente Zambelli era sul palco della Festa della Repubblica del 2 giugno insieme a tutte le autorità politiche, civili e militari. Il rugby è stato inserito nel discorso ufficiale del prefetto Clemente di Nuzzo, nel quale dopo aver elencato i valori repubblicani e le forze del tessuto sociale che li sostengono, ha concluso con i ringraziamementi a Zambelli e alla Rugby Rovigo per la conquista del 14° scudetto nella finale contro il Petrarca. 

Ultimo aggiornamento: 13:33 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci