Boraso chiude la carriera di arbitro dirigendo la Rugby Rovigo di cui è stato giocatore

Venerdì 21 Aprile 2023 di Ivan Malfatto
Federico Boraso, arbitro di Top 12, nel 2003 quando giocava terza linea del Rovigo

ROVIGO - «This is not football», questo non è calcio. La frase di Nigel Owens, numero uno degli arbitri, è ormai un mantra nel mondo del rugby, declinabile in mille modi. Uno è quello a cui assisteremo sabato 22 aprile  alle ore 15 in FemiCz Rovigo-Hbs Colorno, ultimop turno di campionato prima dei play-off.

Arbitrerà la partita Federico Boraso, impiegato di banca rodigino ed ex giocatore rossoblù. A 44 anni sarà la sua ultima direzione. Nello stadio della sua città. Dove ha iniziato a giocare ragazzino nella Monti. In prima squadra, accanto al fratello Filippo, ha poi messo insieme 33 presenze in 5 campionati: debutto il 3 maggio 2000, Rovigo-Bologna 26-13. «Ho cominciato con Pardies - racconta - poi Zanella, Canale e Zanato gli altri allenatori.

Tempi difficili, non si giocava per lo scudetto. Ero terza linea, ma a Montpellier in coppa per necessità mi hanno schierato numero 9, come quando ero nelle giovanili».

Boraso costretto a smettere («A causa di una frattura al radio quando ero passato al Badia») ha iniziato la carriera arbitrale. «Mi piaceva già “giocare” con l’arbitro da giocatore, discutere le decisioni con lui e non contestarle, fargli capire che conoscevo il regolamento». L’esordio nel 2010 a Villorba. «Uno dei ricordi più belli. Anche se era una gara Under 14 ho pensato: ora che sono da questa parte mi rendo conto di quanto è difficile arbitrare, il nostro sport è bellissimo, ma ha 800mila variabili».

Dopo la trafila nelle serie minori, una decina di stagioni nel panel di Eccellenza/Top 10 con una finale di Coppa Italia (2019), una semifinale scudetto (2022), da giudice di linea esperienze nelle coppe europee e in Urc. Una carriera all’altezza di predecessori illustri fra i fischietti rodigini: Borgato, Faccioli, Milan, Boaretto, Traversi e altri. Domani l’omaggio con l’emozione dell’addio nel “suo” stadio.

«Il designatore Mitrea domenica a Mogliano ha chiesto l’ok dei tecnici Lodi (suo ex compagno di squadra, ndr) e Casellato. Avevo già diretto Rovigo-Fiamme Oro in Coppa Italia - racconta - Come allora l’emozione c’è in settimana. Il giorno della gara parti da casa e pensi: sto andando al Battaglini! Al fischio d’inizio, però, scatterà l’interruttore e tornerò professionale, come sempre». This is not football...
 

Ultimo aggiornamento: 10:28 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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